Michela Monferrini, non solo supera, scavalca e abbatte i muri, bensì li trasforma in luoghi di incontro e di dialogo fino a renderli “Muri maestri”.
Michela Monferrini ha pubblicato una serie di racconti sui muri più celebri del mondo dopo averli visitati e vissuti in modo completamente nuovo.
Con una certa leggerezza e libertà stilistica va oltre la classica metafora del muro inteso come barriera o divisione nei rapporti umani. Rende il muro un posto in cui parlare e agire spinti da sentimenti di fratellanza e aggregazione sociale.
Così ripercorre la storia di Alice Ayres, domestica di Londra che, nel 1885, salva i bambini della casa in cui lavora da un devastante incendio e che compare sul Muro degli Eroi. Leggere questi nomi è l’inizio di un viaggio che la porterà dinanzi al muro che ricorda la strage alla Stazione Ferroviaria di Bologna e a Berlino per ricordare quanto è stato abbattuto.
Michela Monferrini passa attraverso il muro dei sentimenti amorosi di Parigi, il muro del pianto di Gerusalemme e molti altri senza tralasciare quelli virtuali e quelli reali fatti solo di mattoncini Lego.
Scopre che ogni muro racconta qualcosa: l’amore, una supplica, un desiderio o la fatica.
Michela Monferrini indaga i sentimenti
A volte le relazioni tra le persone sono difficili e i sentimenti influiscono sui comportamenti che le persone stesse tengono.
Così i veri protagonisti dei racconti del libro “Muri Maestri” sono proprio i sentimenti.
In un momento storico e socio-economico come quello che stiamo vivendo ricordarsi o scoprire che le barriere sono inutili e che, al contrario, possono essere usate come elemento per costruire un nuovo inizio è importantissimo.
Eh già quello che ci serve è un nuovo inizio. Trasformare una divisione in una possibilità di confronto, quindi di comunicazione, è un bel punto di partenza.
Fonte immagine www.ansa.it