Marilena la Sirena
Viveva in fondo all’oceano cristallino
Con sua figlia Tebalda e un cavalluccio marino.
Un giorno nuotava gioiosa
Quando in lontananza vide qualcosa.
《Un sacchetto di plastica in mare?
Cosa starà qui a fare?》.
In ansia e anche un po’ preoccupata
Andò da Tebalda che si era addormentata.
Con cura chiuse la conchiglia
Per proteggere sua figlia.
Per un attimo lasciò Tebalda lì
E nel frattempo Marilena a galla salì.
Con suo grande orrore e sgomento
Vide il profilo di un ragazzo, tutto contento
Che dal bordo di un piccolo gommone
Gettava in mare rifiuti senza troppa attenzione.
Incredula e stupita dall’inciviltà
E dall’egoismo dell’umanità
Pervasa da una forte indignazione
Si avvicinò sott’acqua al gommone
E con l’aiuto di un riccio marino
Punse e sgonfiò il gommoncino
Cosìcchè l’incivile e maleducato ragazzo
Dovette tornare a riva alla velocità di un razzo.
E Marilena da lontano gli gridò ancora:
《Qui sotto l’acqua la spazzatura ci divora!
I pesci e le sirene rischiano di soffocare
Per tutti i rifiuti che tu getti in mare!
La vostra Terra ormai è ridotta in rovine
Ma il nostro mare non merita la stessa fine!》
Marilena poi tornò sul fondo
Lì Tebalda, col suo sguardo profondo
Aveva visto l’intera scena
Ed era fiera della sua mamma sirena.
Con un amore immenso e con grande sentimento
Abbracciò Marilena, che l’aveva salvata dall’inquinamento.
Testo e parole: Lucia Giannini Illustrazioni: Simona Khanide