Donne e basket, storia di una giocatrice diventata allenatrice di bimbe come lei

La nostra amica in comune, Anna, mi ha chiesto di scrivere di basket, più precisamente di donne e basket. Un’impresa tutt’altro che semplice.

La pallacanestro fa parte della mia vita da più di 30 anni, ancora non sapevo leggere e far di conto. La palla a spicchi già mi rimbalzava nel cervello senza mai essere fastidiosa. Anzi il basket è stato uno stimolo per entrare in contatto con un gruppo.

È diventata una passione. Può essere che sia diventata passione perché in un piccolo comune di provincia, era l’unico diversivo al girovagare spontaneo e desolato.

Donne e basket: andare controcorrente

Il piccolo gruppo di “ballers” si distingueva dalle altre femminucce che praticavano attività e sport più “signorili”.

È difficile da spiegare. Volevo fare qualcosa di diverso rispetto ai più, volevo andare controcorrente già all’epoca. Non mi piacevano il rosa e le pinzette. Randellarsi sotto canestro per prendere un rimbalzo era divertente, molto divertente.

Era un modo per farsi spazio nel mondo. Era il mio modo!

Una mia zia diceva: “Eli, ma sembri proprio un maschiaccio, sempre con ste scarpe alte (All Star), una gonna ogni tanto no?

Quando tornavo a casa dal campetto, sempre più tardi, con le ginocchia scartavetrate e le ennesime toppe della tuta andate, mio padre e mia madre dicevano: “Non sei ancora stufa, tutto il pomeriggio a basket?”

E ancora “Le femmine giocano a basket?”

Ho sempre risposto in malo modo, con l’eleganza che mi contraddistingue: “Sì, giocano a basket, e quindi?”

Non ero ancora stufa. E non lo sarei stata per molti e molti, ripeto e molti altri anni ancora. Sono stata una giocatrice di Serie C, sono diventata istruttore, poi allenatore.  Facevo km con la mia Panda special blu elettrico trasportando palloni e pettorine su e giù per le valli di Lanzo. Intanto non smettevo di giocare.

Le mie compagne di squadra delle medie avevano smesso, perché per giocare a basket bisognava sbattersi, tanto… troppo a volte! Bisognava fare km e km, e solo se avevi l’amica del cuore più grande e con la macchina, ti andava bene. Altrimenti dovevi prendere il treno, poi il pullman. Bisognava semplicemente organizzarsi la vita con una visione multitasking a livello avanzato, che solo le donne hanno.  Niente di più vero.

Donne e basket 01

Donne e basket, cosa pensano le bambine di oggi

Ora vengono le “mie piccole donne” della squadra che alleno, la Lo.Vi Basket. Loro sono il mio orgoglio più grande degli ultimi 3 anni.

A 40 anni mi ritrovo a rivedermi nel loro occhi, con sfacciataggine, come in un passato che proprio dimenticato non è. Come una palla diretta sul naso.

A loro ho chiesto da quanto tempo giocano e mi hanno risposto così:

  • MARTINA CLASSE 2010 – Ho provato tutti gli sport: ginnastica, nuoto e atletica. Non mi sono piaciuti ed in seconda elementare ho iniziato a giocare a minibasket.”.
  • NICOLE, CLASSE 2009 – Gioco a basket dalla prima elementare. In prima elementare ho provato a fare ginnastica artistica, poi mio fratello gemello giocava a minibasket e l’ho seguito.”.
  • GIORGIA, CLASSE 2008. “Gioco a basket da 6 anni. Facevo nuoto, poi alla festa del lavoro da mio papa’ ho visto un canestro. Ho provato a tirare, mi entravano tutti i canestri e da quel momento non ho piu’ smesso.”.
  • ASIA, CLASSE 2007Gioco a basket da 4 anni. Facevo nuoto a livello agonistico e dopo un po’ mi sono stufata. Conoscevo tanti compagni che giocavano a basket e ho provato anche io. Non ho più smesso.”.

 

E voi perchè giocate ad un gioco prevalentemente maschile?

  • MARTINA – “Che sia un gioco maschile non me ne importa nulla. Anche se nella mia squadra siamo solo 2 femmine, io mi diverto lo stesso. Siamo molto più brave dei maschi”.
  • NICOLE – “Perche’ non importa. Il basket è la mia passione da quando sono piccola, giocare con i maschi mi diverte perchè miglioro di piu”.
  • GIORGIA – “Perchè secondo me non esistono sport maschili o sport femminili, io gioco e basta.”.       
  • ASIA – “Perche’ nonostante sia l’unica femmina del mio gruppo mi diverto molto di piu’ con i  maschi. Sono meno peppie delle femmine della mia classe e con i miei compagni posso parlare  di cose differenti, tipo di sport, di campionati e di calcio.”.

 

Infine ho chiesto loro se sono mai state prese in giro perchè giocano a basket.

Vi hanno mai dato del maschiaccio?

  • MARTINA – “No, mai.”.
  • NICOLE – “Il basket e’ la mia passione. Le scarpe da basket possono far venire le bolle ai piedi come le scarpette con le punte delle ballerine. Qualche volta mi hanno dato del maschiaccio, e ci sono rimasta un po’ male, anche le mie compagne di scuola mi hanno presa in giro per tanto tempo, e io ero molto preoccupata di essere esclusa. Secondo me lo sport non ha divisioni tra maschi o femmine e ho imparato a fregarmene.”.
  • GIORGIA – “Mi chiedono spesso perchè non gioco a pallavolo e io gli rispondo che pallavolo è noioso e troppo ripetitivo. Non ho paura di farmi male. Mi hanno dato spesso del maschiaccio, ma a me non frega nulla. Preferisco essere chiamata maschiaccio piuttosto che essere chiamata peppia”.
  • ASIA – “Mi chiedevano perchè non giocassi a pallavolo. A me la pallavolo non piace. Non ho paura del contatto fisico e anche se prendo le botte sotto canestro, le restituisco di sicuro.  Mi hanno sempre dato del maschiaccio, anche all’interno della mia famiglia, fin da quando ero piccola. Io ho spiegato che non mi interessavano le opinioni e che la mia passione sarebbe andata oltre le critiche.”.

 

Scritto da Elisa Davitto, Ex Giocatrice di Serie C e allenatrice della Lo.Vi Basket

Redazione

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