Chiara Audenino: Consulente del lavoro, Scrittrice e Mamma di 3 figli

Oggi riparliamo di Chiara Audenino perchè nonostante la quarantena, il lavoro extra dovuto alle innumerevoli richieste di Cassa Integrazione e la gestione di una famiglia che inaspettatamente, si è ritrovata tutta davanti a un pc, ha dato vita ad un altro straordinario progetto: “Diario di un bambino in quarantena“.
Il libro è stato pubblicato da Kpd Amazon lo scorso maggio e racconta la storia di Tommy. Un bambino che inizialmente, è euforico per l’improvvisa prolungata chiusura della scuola e poi cede allo sconforto di trovarsi recluso in casa, senza più vedere i nonni, gli amici, praticare sport o giocare all’aperto. Tommy inizia a riconoscere i personaggi della politica e apprende cos’è una “zona rossa e una gialla”. Ha una zia infermiera che si ammala ed è preoccupato, così prega. Infine si chiede se ci sarà un “dopo Coronavirus” e se tornerà a fare ciò che faceva prima.
Il libro è il frutto della condivisione dei sentimenti tra l’autrice e il suo piccolo Riccardo, il quale è l’unico autore della copertina.
E’ dunque evidente che la scrittura è terapia, perciò vi consiglio di andare oltre questo aggiornamento e di leggere tutta l’intervista alla straordinaria Chiara Audenino, incontrata solo poco tempo prima dell’emergenza sanitaria.

Ah dimenticavo… il libro è il numero 1 nella sezione “Narrativa su emozioni e sentimenti per ragazzi” di Amazon.

Apriamo il nuovo anno di questo blog con la nostra rubrica “Lo Specchio di Venere” perché oggi festeggiamo il compleanno di una donna straordinaria nella sua ordinarietà: Chiara Audenino. Consulente del Lavoro, Scrittrice e Mamma di tre figli.

L’ho incontrata per la prima volta alla presentazione della collana di libri di cui è autrice: Racconti di bambini maleducati. Probabilmente, se mia figlia non fosse stata con me e durante la lettura di “Vera, la Mongolfiera” non mi avesse confessato una cosa accaduta a scuola, non avrei rincontrato Chiara.

Invece eccomi qui a riconoscere che è straordinario il modo in cui osserva e racconta la quotidianità dei bambini: i loro incontri, le loro disavventure e le soluzioni che trovano.

Chiara Audenino è diventata Consulente del Lavoro a soli 24 anni. Subito dopo aver superato l’Esame di Stato è andata a lavorare nello studio di un collega dove ha imparato molto perché gestiva aziende con varie casistiche. Ha fatto la cosiddetta gavetta, ma non ha mai smesso di scrivere.

Come mai sei diventata consulente del lavoro? È stata dura costruire la tua professionalità?


PRIMO PIANO CHIARA AUDENINO
È stata un’amica di famiglia a parlarmi di questa professione e a dirmi che c’era bisogno in questo campo di giovani volenterosi e capaci di svolgerla al meglio. Mi sembrava interessante poter assistere le aziende con dipendenti nelle loro scelte, legate all’amministrazione del personale, e poter consigliare loro le strade giuste da seguire. Sono partita dall’osservare con gli occhi e dall’ascoltare con le orecchie come svolgevano il lavoro le impiegate “vecchie del mestiere”. Ho imparato il mio lavoro partendo proprio dalle retrovie, ricoprendo ruoli non sempre gratificanti, lavorando sodo e dando sempre il buon esempio. Non mi ha mai spaventato lavorare e non mi sono mai permessa di dire di sapere fare tutto, c’è sempre tanto da imparare, ogni giorno.

Certo che essere Mamma di tre figli e Consulente del Lavoro non è una passeggiata. Per poter gestire più liberamente la mia famiglia ho deciso di aprire uno studio tutto mio. Il mio terzo figlio si può dire sia nato quasi sulla scrivania dell’ufficio e uscita dall’ospedale ho ripreso subito il lavoro. Non ho mai rinunciato però, ad una recita scolastica, un saggio, un consiglio di classe dei miei figli perché il mio ruolo di madre è sempre stato una priorità e non volevo demandarlo ad altri. Mi sono dovuta affermare di più nell’essere entrambe le cose, Madre e Consulente del Lavoro. Ho scelto di non rinunciare a nessuno dei due ruoli, cercando di dare il meglio in entrambi, sapendo però, ad esempio, che non avevo la possibilità di destinare tempo per ricoprire cariche all’interno del mio Ordine, perché avevo scelto di ricoprirle nelle scuole dei miei figli e di seguirli in prima persona nella loro crescita. In fondo bisogna pur sempre dare la priorità a qualcosa.

 

Chiara Audenino ha iniziato a scrivere da bambina e ha continuato per passione, fino a quando non ha ideato il progetto “Racconti di bambini maleducati.

Si tratta di una collana di libri illustrati, rivolti ai bambini delle classi III, IV e V della scuola primaria, che evidenza i comportamenti sbagliati dei più piccoli, dando loro la possibilità di riconoscere le proprie emozioni e i propri atteggiamenti.

Il fine è insegnare a mettersi nei panni degli altri. Aiutarli ad essere empatici comprendendo che le persone possono avere sentimenti e pensieri diversi, può prevenire comportamenti di prevaricazione e bullismo.

Questi racconti sono pensati per essere letti dai bambini insieme agli adulti perché il “problema” riportato nella storia potrebbe portare il piccolo lettore a parlare del suo disagio. È qui che l’adulto deve saper cogliere lo spunto per intervenire o comprendere che è lui stesso la causa di un comportamento errato tenuto dal bimbo.

I racconti già pubblicati sono:

  • Il primo “JACK LA PAROLACCIA”, parla di un bimbo, Giacomo, soprannominato Jack la parolaccia perché dice solo parolacce. Riuscirà a far uscire dalla bocca solo parole belle? Sì, grazie a due personaggi magici: Dizy e Beeep.
  • Il secondo è “VERA LA MONGOLFIERA”. La storia di una bimba cicciottella che ha paura di scrivere sul tema che il suo profumo preferito è quello di fritto. Vera teme che, dopo la lettura in classe del compito, i suoi compagni la prendano in giro, ancora di più. Vera ritroverà l’autostima e non rinuncerà a se stessa.
  • Il terzo è “RINO CAZZOTTINO” è la storia di un bambino che con troppa facilità tira cazzotti, sberle e pugni, ma da solo comprenderà quale rimedio usare per liberarsi di questo “prurito alle mani”.
  • Il quarto è “STELLA, CLEMENTE E LA SEDIA MAGICA”. Stella è una ragazzina diversamente abile che ha una sedia a rotelle magica, ma la sua vita cambierà quando incontrerà Clemente, il prepotente, ed insieme troveranno il modo di aprirsi alla felicità.

Da questi libri, attraverso la chiave fantastica, emerge sempre la possibilità di cambiare la situazione negativa nella quale ci si trova e si assiste ad un vero stravolgimento positivo della vita dei personaggi. Come a dire: “Tutto è possibile!”.

I PRIMI 4 RACCONTI DI BAMBINI MALEDUCATI

 

Quando hai capito che potevi trasformare la tua passione per la scrittura in qualcosa di più?

Ho sempre scritto per passione fin da bambina, era il modo per mettere a fuoco cosa mi stava succedendo nella vita, per fissare i momenti belli e per superare quelli brutti. Un giorno ho iniziato a far leggere quello che scrivevo agli altri, prima mandando le mie storie alle mie migliori amiche, poi pubblicando lunghi post su Facebook, usando il social come se fosse un diario, e lasciando sempre traccia dei miei valori. Lì ho capito che forse potevo fare della mia grande passione qualcosa di più.

E così sono nati i “Racconti di bambini maleducati” perché ho sempre amato inventare storie per bambini e ho sentito il bisogno di aiutare i piccoli a diventare adulti sensibili e non prevaricatori. Il progetto di questi libri nasce da un’attenta visione della realtà sociale di oggi, dove predominano toni aggressivi, maleducazione e mancanza di rispetto verso il prossimo.

Questi atteggiamenti purtroppo sono prevalenti su quelli di condivisione e di altruismo. Proprio questo aumento della prepotenza mi spaventa profondamente e mi ha fatto sorgere la domanda: “Ma che esempio siamo noi adulti per questi bambini? Come possono i nostri figli seguire degli esempi giusti quando ad essere diffusi sono spesso esempi sbagliati?”

Avendo poi tre figli di età differenti, con il mio grande che si avvicina ai 19 anni e il mio piccolo che ne ha 9, ho potuto constatare che i bambini maleducati una volta erano molti di meno.

Ormai si stanno diffondendo sempre più bambini che parlano male, picchiatori professionisti, spie, malelingue, dispensatori di zizzania e chi ne ha più ne metta!

Mi sono sentita in dovere di provare a fare qualcosa per aiutare, sia i bambini che subivano che quelli che non si comportavano bene, a cambiare atteggiamento e ad insegnar loro cosa vuole dire “mettersi nei panni degli altri”, “non fare agli altri cosa non vorresti fosse fatto a te” e a sostituire l’aggressività con una disarmante “gentilezza” che, personalmente, farei regina tra le parole belle del dizionario. Mi sono sempre chiesta “Ma se un bullo si mettesse nei panni di una vittima continuerebbe a fare il bullo?” Secondo me no, ed è per questo che dobbiamo insegnare ai bambini a mettersi nei panni degli altri. Così una notte mi sono alzata e ho scritto su un foglio “Racconti di bambini maleducati” ed ho elencato tutti i temi che volevo affrontare dando voce nei miei racconti sia ai bulletti maleducati che alle vittime.

 

Chiara Audenino ha iniziato a scrivere da bambina e ha continuato come “terapia per analizzare gli aspetti della vita”. Cosa intendi?

È terapeutico mettere a fuoco “su carta” un problema e lo è ancor di più riflettere, attraverso la scrittura, per trovare la strada giusta per risolverlo. È terapeutico fissare un momento bello e poterlo rileggere a distanza di tempo.

Veder crescere i miei figli attraverso il racconto delle loro storie è terapeutico, perché mi aiuta a lasciarli andare. Salutare chi si ama quando se ne va, dopo una vita trascorsa insieme, è terapeutico, perché lo si accompagna con il ricordo e quello scritto rimane per sempre. È terapeutico far scrivere ai bambini dei loro disagi e dopo farli riflettere sulle possibili soluzioni per risolverli.

Questo è quello che faccio quando vado ad incontrare i bambini nelle scuole, prima di andare via lascio loro un barattolo per “scacciare i mostri e per far entrare le virtù”.  Dentro il barattolo i bimbi metteranno dei bigliettini scritti a mano con le cose che a loro fanno star male. Le insegnanti poi faranno delle riflessioni con i bambini su questi pensieri e trasformeranno i loro disagi in virtù. Mi piace pensare che quel barattolo si possa con il tempo riempire di bigliettini di virtù e che poco per volta i disagi possano essere scacciati via, facendo spazio alle cose belle.

LIBRERIA TORRE LIBRI E BARATTOLI

 

Ogni racconto contiene un comportamento sbagliato che viene riconosciuto da chi lo tiene, da chi lo subisce e dai cosiddetti “spettatori”. Contiene inoltre, un messaggio positivo che passa sia attraverso il bullo sia attraverso la vittima.

Quindi, nel caso in cui non fosse ancora evidente, l’obiettivo della scrittrice Chiara Audenino è aiutare i bambini ad essere empatici per farli diventare adulti sensibili.

Cos’è per te l’empatia?

Per me è una cosa dalla quale non si può prescindere, ogni tanto vorrei mettere la mia empatia in stand by, ma non ci riesco. Empatia è sensibilità, è provare tutto ciò che gli altri sentono (a volte ne faresti volentieri a meno ma non puoi). È non fare agli altri azioni che possano farli star male, perché saresti tu la prima a soffrire per loro. Empatia è guardare con sconcerto la prevaricazione e la prepotenza. È tendere una mano a chi ne ha bisogno, abbattere muri per accogliere più facilmente e promulgare la condivisione. Vorrei vivere in un mondo più empatico dove le punte possano venire smussate, dove gli animi delle persone fossero meno spigolosi.

C’è stato un avvenimento in particolare che ti ha fatto venire in mente il primo racconto della serie?

Il primo racconto “Jack la parolaccia” è stato ispirato da un episodio al quale ho assistito al parco giochi. Un bambino stava andando sull’altalena spinto dal papà. Ad un certo punto ha iniziato a dire una serie di parolacce una dopo l’altra, aveva davvero un repertorio ricchissimo. Il papà rideva di fronte al turpiloquio del bambino e non l’ha mai corretto o sgridato. La madre, comodamente seduta sulla panchina di fianco a me, non ha mai alzato lo sguardo dal suo cellulare se non per dire “Giacomo è ora di andare!”. Il bambino è sceso dall’altalena imprecando e dicendo sempre parolacce. I genitori, in coro, si sono rivolti a Giacomo con lo stesso linguaggio maleducato del bambino. E io mi sono detta “Ecco da chi ha preso Giacomo!”.

I bambini se si comportano male è perché hanno esempi sbagliati, o non hanno regole e insegnamenti corretti. C’è sempre dietro il comportamento di un adulto, o la mancanza di un insegnamento da parte di un adulto.

Anche un adulto ha il dovere di modificarsi se sbaglia. Sono la prima a dire di essere “imperfetta”, quando sbaglio mi correggo e cerco di rimediare. Non credo nelle persone che si mostrano perfette, anzi mi creano una sorta di orticaria.

Quali sono a tuo avviso gli insegnamenti più sbagliati in circolazione?

La prepotenza mi spaventa. Un adulto che ha questo atteggiamento insegna ai propri figli che con la prevaricazione e la prepotenza si ottiene tutto. Invece, io vorrei fosse divulgata la tolleranza.

L’eccessiva competizione mi impensierisce. Un adulto che spinge il proprio figlio ad essere il migliore degli altri non lo aiuta, anzi lo stressa. Ognuno ha i suoi tempi, ritengo più giusto dire ai nostri figli di dare il loro meglio. E se poi il risultato che ottengono non è il migliore in assoluto, ma è frutto del loro massimo impegno, bisogna esserne contenti ed elogiarli per quello che hanno raggiunto. Sono l’impegno e la costanza da insegnare più che l’importanza di essere primi. 

La presa in giro per denigrare i difetti degli altri mi destabilizza. A lungo andare questo ripetuto atteggiamento fa venir meno l’autostima a chi lo subisce e rende il bambino insicuro. Certe volte si viene talmente condizionati dal giudizio degli altri che si arriva a rinunciare ad essere se stessi.  E nessuno deve mai rinunciare ad essere se stesso per paura del giudizio degli altri. Io punto con i miei libri a far riflettere i bambini sulla loro unicità.

La violenza verbale e fisica mi allarma: picchiare qualcuno non è mai uno scherzo! Questa violenza non è solo quella legata all’uso improprio delle mani (i bimbi devono imparare da piccoli che non si deve picchiare mai, questo per non diventare adulti violenti), ma è anche legata all’uso sbagliato delle parole (a volte le parole feriscono più di mille spade e bisogna stare attenti a cosa si dice, o a cosa si scrive!).

La mancanza di rispetto mi spezza il cuore. Il rispetto per il prossimo ed anche per il nostro mondo va insegnato partendo dando esempi giusti. Non si può pretendere che venga acquisito questo insegnamento quando la mancanza di rispetto dilaga ovunque verso gli anziani, le istituzioni, i disabili, i malati, gli emarginati.

 

chiara audenino 01

Con i suoi racconti, Chiara Audenino propone un percorso molto simile a quello della mediazione tra pari. Il percorso che propone parte da una riflessione su un atteggiamento sbagliato o un disagio.
Nei “Racconti di bambini maleducati” dà voce sia alle vittime che ai bulli. Spesso il loro pensiero è molto diverso da quello che ci si aspetterebbe. Dietro ad un bullo c’è sempre un disagio ed è proprio questo che va ricercato. Il ruolo della vittima deve unirsi a quello di chi osserva i soprusi ripetuti. È questa, a suo avviso e io concordo, la profonda differenza a livello sociale che dovrebbe avvenire. Il bullo deve fermarsi fin da subito perché non deve sentire l’appoggio di nessuno. Il comportamento degli spettatori che si accorgono degli atteggiamenti sbagliati dei prepotenti è la chiave per far cambiare atteggiamento ai bulli. I bambini devono saper stare dalla parte giusta fin da piccoli e devono saperla riconoscere. È importante poi anche aiutare chi sbaglia a cambiare atteggiamento.

Hai avuto riscontri successivamente alla lettura dei tuoi libri da parte di insegnanti o genitori?

Alcune insegnanti hanno voluto approfondire le tematiche del mio progetto educativo e, dopo aver letto i libri, hanno deciso di sostenerli e proporli nei loro istituti scolastici. In alcune scuole le stesse maestre hanno letto in classe i libri ai bimbi, solo dopo la lettura mi hanno chiesto di incontrarli.

Poi ho fatto laboratori di formazione e lettura ai bambini di terza, quarta e quinta in alcune scuole di Torino e in molti istituti della provincia. Nelle scuole di periferia dove ci sono realtà sociali non facili sono uscita dai laboratori arricchita.

Le reazioni dei bambini mi hanno fatto pensare di essere sulla strada giusta. I feedback delle insegnanti, dopo i nostri incontri e le letture dei libri, sono molto positivi. In primavera ho in programma molte altre scuole, alcune richieste mi sono arrivate anche dalla Liguria, Lombardia e dalla Toscana.

Sono stata contattata anche da molti genitori che mi hanno ringraziata perché dicono di aver visto dei cambiamenti sui bambini e delle aperture.

Spero davvero che questi libri possano servire per far riflettere tutti e che il mio progetto possa diventare un modello educativo. Le insegnanti delle scuole dove li presento mi dicono che c’era bisogno di un progetto di questo tipo per la primaria perché spesso non è facile parlare di “bullismo” o di “comportamenti sbagliati” in chiave didattica. Invece, se questi argomenti li si affronta partendo da una storia che porta con sé un insegnamento, espresso molte volte anche in chiave magica, i bambini sono più invogliati ad aprirsi e a parlarne. Nei miei racconti l’elemento magico ha un ruolo molto importante e serve per catturare l’attenzione di un piccolo lettore, se no dopo due pagine si annoierebbe a leggere. Cambiare il punto di vista è importante, molte volte i protagonisti che si pensa siano negativi alla fine della storia si mostrano positivi. Il linguaggio moderno poi invoglia i bambini alla lettura.

Non mi aspettavo niente da questo mio progetto, anche se ci credevo molto. Non mi sono mai piaciute le aspettative perché mi hanno spesso delusa. Così negli anni ho smesso di farmele, oggi gioisco perché in un anno la mia vita è cambiata e la cosa più bella è che posso stare con i bambini (forse avrei dovuto fare la maestra per il livello di empatia che ho con loro). Ho conosciuto in questi ultimi mesi tante persone che hanno creduto in me, come Romina Tondo, la mia editrice, e che mi hanno sostenuta, volendomi bene e apprezzandomi con tutti i pregi e i difetti di una meravigliosa donna imperfetta. Non so dove mi porteranno questi “Racconti di bambini maleducati”, ma so che come i figli li vedrò crescere, li sosterrò e poi li lascerò andare da soli.

SETTIMO TORINESE CHIARA AUDENINO

 

I Racconti di bambini maleducati di Chiara Audenino, editi da Letteratura Alternativa Edizioni, intendono dunque, educare al dialogo, prevenire i conflitti ed evitare le prevaricazioni di ogni genere.

Ogni libro ha la sua anima e il suo stile anche nei disegni. L’impostazione grafica e l’impronta della narrazione sono invece, la base comune di tutti i testi. Anche le note finali, che svelano cosa succede dopo, sono una caratteristica di questa collana.

Sono tutti illustrati e scritti con il carattere Easy Reading – Font Dyslexia friendly ad alta leggibilità, per aiutare anche i bambini che hanno delle difficoltà in più nella lettura e invogliarli a leggere.

I prossimi racconti in uscita sono: PROSSIMI RACCONTI (1)-1

Li aspettiamo in libreria

Buon Compleanno Chiara

Luciana Spina

Luciana Spina

Luciana Spina, tante cose, ma qui soltanto blogger. Adoro osservare la realtà. Lo spirito critico e la concretezza sono, nel bene e nel male, le mie caratteristiche.

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