Il 24 febbraio 1810 nasce a Milano Luisa Amalia Paladini, destinata a diventare un’educatrice, scrittrice e giornalista nel periodo di maggiore fermento politico italiano: il Risorgimento.
La sua infanzia
Suo padre, Francesco Paladini, era funzionario del ministero della Guerra del Regno Italico. In seguito alla caduta di Napoleone I la famiglia si trasferisce a Lucca nel 1815, dove Luisa viene incoraggiata dalla madre a impegnarsi negli studi letterari. Fin dalla più tenera età, infatti, manifesta una naturale predisposizione al componimento di versi poetici, fatto che la spinge a coltivare la passione per la letteratura.
A causa di una lunga malattia della madre, Luisa interrompe la sua attività intellettuale, per riprenderla solamente negli anni ’30 con la pubblicazione e il grande successo della sua prima opera “Saggi poetici” nel 1839.
Ciò che, però, rende affascinante questo personaggio è il suo fervente interesse per l’educazione dei più piccoli. In quegli stessi anni, infatti, si dedica a pubblicare il Giornale dei Fanciulli, promuovendo la letteratura per bambini attraverso una serie di racconti rivolti al suo giovane pubblico.
La teoria educativa di Luisa Amalia Paladini
Il fulcro centrale della teoria educativa di Luisa Amalia Paladini è identificabile nel riconoscimento della missione a cui uomini e donne sono chiamati, al fine di adempiere ai propri compiti verso Dio, la Patria e la Famiglia.
Seguendo tali ideali Luisa si occupa a lungo di educazione femminile, insegnando in diversi istituti pubblici. Tra il 1843 e il 1844, le sue teorie pedagogiche confluiscono nella collaborazione con il Messaggero delle Donne italiane, giornale civico-patriottico dell’epoca.
Nelle sue pubblicazioni esorta le lettrici a superare i pregiudizi sull’inferiorità femminile, le sprona ad essere curiose del mondo e ad amare la loro nazione. Grazie a questi suoi illuminanti interventi nascono numerose scuole per il popolo e asili per l’infanzia.
Nel 1843 apre a Lucca il primo istituto che le permette, l’anno successivo, di divenire istitutrice soprintendente e direttrice dell’asilo infantile per fanciulle della città fino al 1849.
Visto l’entusiastico successo che il suo modello educativo genera nella popolazione, molte accademie vogliono Luisa Amalia Paladini come socia e la sua figura riceve grande stima da parte di numerosi intellettuali.
Costretta a trasferirsi a Firenze per motivi di salute nel 1848, continua a promuovere l’educazione civile dei giovani anche durante i moti quarantotteschi. Questa sarà la ragione per la quale verrà interdetta da ogni incarico scolastico.
Le sue riviste educative
La tenacia e l’impegno patriottico di Luisa, però, non le permettono di arrendersi. Continua a perseguire il suo scopo di educatrice pubblicando nel 1851 il Manuale per le Giovinette italiane, destinato ad un grande consenso di pubblico fino all’inizio del Novecento.
L’importanza di questo volume sta tutta nel ruolo morale ed educativo che Luisa attribuisce alla letteratura.
L’opera fornisce alle ragazze italiane una serie di disposizioni improntate a dar prova di una reale parità intellettuale tra i sessi.
Il suo impegno nel campo dell’educazione femminile le viene riconosciuto a più riprese negli anni successivi. Dapprima con la responsabilità della Scuola Normale Femminile di Firenze, della quale diviene direttrice nel 1859. Successivamente con la fondazione di una nuova rivista intitolata L’educatrice italiana che concentra i suoi contenuti sulla discussione dei metodi educativi, e infine con la direzione nel 1872 dell’educandato femminile Vittorio Emanuele II di Lecce.
Luisa Amalia Paladini muore il 17 Luglio di quello stesso anno, proprio a Lecce, dove trascorre i suoi ultimi giorni.
Una vita spesa al servizio dell’educazione femminile. Esorta le generazioni dell’epoca che si affacciavano ad una nuova Italia, ad emanciparsi e prendere consapevolezza della proprie potenzialità.
Ogni Donna italiana, sicuramente, ha qualche antenata che ha applicato i suoi precetti. Potremmo affermare che gli insegnamenti della Paladini siano in realtà radicati dentro ognuna di noi.