Erika Quaglia è tornata più carica che mai. Dopo aver pensato a coloro che sono stati in prima linea durante l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, ha deciso di proporre la sua attività di operatrice shiatsu ai più, organizzando degli eventi di benessere all’aperto. Il suo intento è quello di far conoscere i benefici delle discipline bio naturali. Insieme a Carola Ripamonti e Cristina Lombardi, vi aspetta domenica 27 settembre 2020 alla Cascina Ajrale a Vigone (TO) per una giornata di benessere tra pratiche di yoga, di ayurveda e di shiatsu. Non siate timidi o prevenuti. Prenotate il vostro posto per iniziare l’autunno in equilibrio fisico e mentale.
Se volete sapere qualcosa in più di Erika, andate oltre questo breve aggiornamento e leggete l’intervista che le ho fatto a maggio e scoprite la sua competenza e generosità.
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Occorre guardare avanti! Per questo ci piace chi pensa al futuro come Erika Quaglia, operatrice shiatsu che sta diffondendo una bella iniziativa post emergenza.
“Il cuore attraverso le mie mani. Il mio modo di dirti grazie” è il nome della sua proposta rivolta a tutti coloro che in questo periodo hanno lavorato in prima linea per salvaguardare la nostra salute e la nostra sicurezza.
Erika Quaglia si è chiesta cosa avrebbe potuto fare per
- medici,
- infermieri,
- operatori 118,
- commessi della grande distribuzione,
- volontari Protezione Civile,
- forze dell’ordine
- personale ospedaliero
e ha deciso di mettere a loro disposizione la sua professionalità. Offrirà un trattamento shiatsu gratuito per i primi 20 giorni di riapertura dalla cessazione del lockdown. Chi la pensa come lei e desidera fare un dono a questi eroi può prenotare un trattamento e regalarlo.
Chi è Erika Quaglia?
È un’operatrice shiatsu da 6 anni e lavora sia a Chieri che a Torino.
È una donna coraggiosa. Cambia scuola a 16 anni passando da un istituto professionale ad un liceo. Va via di casa a metà maturità. Si diploma con il massimo dei voti. Da allora inizia a costruirsi da sola sia personalmente che professionalmente.
L’incontro con lo shiatsu è un colpo di fulmine. Frequenta un corso triennale e si lancia in questa professione nonostante i pregiudizi della sua famiglia.
Con la diffusione del Covid-19, teme però, per la sua attività.
Decide di chiudere il suo centro prima della decisione del Governo. Non se la sentiva. Aveva già stilato un protocollo di sicurezza per sé, collaboratori e clienti quando decide di non proseguire l’attività. Non lo ha fatto per paura o perché è una mamma. Lo ha fatto semplicemente per senso di responsabilità nei confronti della collettività.
Il 9 marzo però, le sale l’ansia. Inizia a chiedersi se ce la farà e si preoccupa per il futuro. Anche lei è una delle tante Partite Iva.
“Faccio una professione non convenzionale, non ho il classico “lavoro serio” e frasi e pensieri come questi si sono susseguiti per giorni. A chi mi scriveva chiedendomi novità, io rispondevo “e come faccio, per il mio lavoro ci vogliono le mani, come cavolo faccio???” mi dice Erika.
Intanto i giorni passano e reagisce al malessere andando a scardinare i limiti che hanno sempre guidato il suo lavoro.
La svolta
La monotonia della quarantena non frena la mente di Erika Quaglia. Risponde alle clienti con piccoli problemi e inizia a dare consulenze in videochiamata.
Partecipa all’emergenza sangue, donando un po’ del suo.
Inizia a girare dei video in cui mostra come applicare lo shiatsu a sé stessi. “Almeno così anche chi è a casa non si sente abbandonato. Mi destreggiavo tra un cartone e una nanna e, appena ero libera schizzavo fuori a registrare quei 13 minuti di video che fidati, con una bimba piccola, non sono poi così scontati.” – mi spiega Erika.
“Il cuore attraverso le mie mani. Il mio modo di dirti grazie” arriva così: “Dovevo fare qualcosa, dopo aver ricevuto un messaggio da una cliente infermiera con cui sono particolarmente in confidenza che mi dice “Erika, io non ce la faccio più. Non ce la facciamo più”, le consiglio un paio di zone da trattare. Il giorno dopo l’idea ed insisto perché in realtà ci lavoro già da un po’.” – mi racconta.
E ora? Erika Quaglia contatta le persone che sa essere impegnate in prima linea. Chiede loro come stanno proponendosi di alleviare il loro affaticamento con i suoi trattamenti shiatsu.
Erika, tu come stai ora?
I momenti di sconforto ci sono. Ma ringrazio una cosa e non credevo che lo avrei mai fatto: l’esser andata via di casa a 19 anni. Il vivere costantemente sotto un leggero stress è stato propedeutico per affrontare una mazzata simile. Sarò folle ma…
Io non ho paura.
Sì, sono folle. Ma a cosa serve piangersi addosso? A nulla. Al nulla.