Ci vuole cuore in tutti gli aspetti e in tutte le situazioni della vita. Cuore anche per il cervello per limare la razionalità e trovare il giusto equilibrio. Esso è addirittura un parametro di giudizio: chi ne ha troppo viene definito debole e chi ne ha troppo poco, crudele. In questo momento storico particolare, dove il nostro cuore ha ballato e balla parecchio, nelle edicole ritroviamo una ristampa del libro Cuore di Edmondo De Amicis, uno dei più importanti libri per ragazzi della letteratura italiana.
La prima pubblicazione risale al 18 ottobre 1886 e, dopo 134 anni, ci fa ancora emozionare. Così il prossimo lunedì festeggerà il suo compleanno.
Era il periodo post Unità d’Italia e ragazzi di estrazione, provenienza e carattere diversi, che convivevano in una classe di terza elementare, sono stati l’esempio per una convivenza che da sempre insegna.
I classici insegnano sempre, perché la realtà si ripete e le situazioni che si ripresentano sono praticamente le stesse. Cambiano solo le reazioni!
Libro Cuore per ammorbidire il pensiero
La sua uscita fu oggetto di diverse critiche negative che lo consideravano troppo melenso e di facile sentimentalismo. A dispetto di ciò la sua prima pubblicazione ebbe 40 edizioni e 25 traduzioni in lingue diverse. Un segno tangibile del fatto che forse c’era bisogno di quel sentimentalismo per ammorbidire il pensiero e renderlo libero di sentirsi anche fragile.
Scritto sotto forma di diario immaginario da Enrico Bottini, dodicenne, figlio di un ingegnere torinese, racconta le vicende della sua classe in un istituto di Torino durante l’intero anno scolastico. Giorno dopo giorno si alternano sentimenti, emozioni e storie. Si inseriscono racconti e lettere di tutti i suoi compagni, dei famigliari, del maestro. Ogni personaggio ha una propria storia e identifica la situazione sociale, economica e anche politica di quel periodo di fine Ottocento.
La storia si ripete
Il libro Cuore potrebbe essere scritto in qualsiasi momento, cambiando la caratterizzazione dei personaggi e adattandola al momento storico che si vive.
Emigrati, borghesi, ricchi, ingenui, timidi, passionali, cattivi. Nel libro Cuore ci sono tutti.
“Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva di funerali del Re, e Franti rise. Io detesto costui. E’ malvagio. Quando viene un padre nella scuola a fare una parataccia al figliuolo, egli ne gode; quando uno piange, egli ride”. Trema davanti a Garrone, e picchia il muratorino perché è piccolo.”
Franti è ancora presente, lo abbiamo avuto in classe più o meno tutti e lo abbiamo detestato allo stesso modo di Enrico.
Il libro Cuore, come il suo autore, è un pezzo della nostra memoria, non parla di eroi, ma di ragazzi che esprimono le loro ansie e i loro timori. Quelle ansie e quei timori che abbiamo avuto tutti e che a volte ritroviamo nascosti e irrisolti tra le pieghe del nostro animo e che vediamo negli occhi dei nostri figli che vivono in un mondo in cui ci vorrebbe sicuramente più cuore.