La memoria della Resistenza è ciò che di più profondo ha segnato la nostra cultura di italiani e che viene tramandata di generazione in generazione. Per questo motivo oggi a distanza di 98 anni dalla sua nascita vogliamo raccontarvi la storia della coraggiosissima Iris Versari, giovane partigiana italiana, il cui sacrificio venne riconosciuto con la Medaglia d’Oro al Valore Militare.
Iris Versari nasce il 12 Dicembre 1922 a Poggio di San Benedetto in Alpe, ma risiede con la sua famiglia a Tredozio (Provincia di Forlì-Cesena). Viste le sue umili origini, ancora ragazzina, viene mandata a servizio presso una famiglia benestante di Forlì, come usanza dell’epoca. Già in quest’occasione, però, la giovane Iris si misura con le “eccessive attenzioni” che le vengono rivolte nella casa dei signori ospitanti. Questo episodio contribuisce a forgiare la sua personalità e il suo coraggio, doti che la portano ad essere parte attiva nella lotta al nazi-fascismo.
Iris Versari e la Banda Corbari
Nel 1943, infatti, la sua famiglia ospita un gruppo partigiano, ma pochi mesi più tardi la casa viene incendiata e i suoi familiari arrestati. Iris riusce a fuggire, e decide di perpetuare la lotta che i suoi genitori avevano iniziato prima di lei. È così che si unisce, nel 1944, alla Banda Corbari, dal nome del comandante dell’unità partigiana, Silvio Corbari con il quale intrattiene una relazione sentimentale.
Proprio in questo periodo la Banda Corbari porta a compimento numerosi attacchi contro le forze occupanti tra Ravenna e Forlì, riuscendo a tenere in scacco per diverso tempo e a più riprese il paese di Tredozio, dando non poco filo da torcere alle milizie fasciste.
Iris e Silvio, sono anche stati i diretti esecutori dell’uccisione di Gustavo Marabini, esponente di spicco del Fascismo Romagnolo.
Dopo una lunga trattativa con quest’ultimo fingono la resa, si consegnano e salgono nell’auto di Gustavo Marabini. Estraendo una pistola che Iris aveva accuratamente nascosto su di sè, durante il tragitto verso Forlì, assassinano Marabini e lasciano libero l’autista per permettergli di raccontare ciò che era successo.
Da quel momento la Banda Corbari diventa il bersaglio primario delle truppe fasciste.
Iris Versari e la fine della Banda Corbari
Rifugiatisi in una casa colonica in una frazione di Tredozio, vengono traditi da Franco Rossi, un delatore appartenente alla stessa Banda Corbari che rivela alle truppe del comandante Benito Dazzani il luogo in cui i quattro sono nascosti.
Iris si è precedentemente ferita ad una gamba e non può muoversi. Ben presto i quattro partigiani vengono accerchiati dai militari e inizia un’intenso scontro a fuoco, durante il quale Iris riesce anche ad uccidere uno dei comandanti.
Il suo unico desiderio, però, è quello di mettere in salvo il suo amato Silvio e i suoi compagni.
Sapendo che le sue condizioni fisiche li avrebbe rallentati, e che lei sarebbe inevitabilmente caduta nelle mani del nemico, compie un gesto estremo: si uccide.
Questo avrebbe dovuto permettere la fuga degli altri tre ragazzi, garantendogli la salvezza. Purtroppo, non è così.
Silvio Corbari, Adriano Casadei e Arturo Spazzoli vengono arrestati e muoiono per mano delle milizie fasciste.
Il coraggiosissimo gesto di Iris Versari non è vano.
La memoria della sua determinazione è insignita nel 1976 con la Medaglia d’Oro al Valore Militare e di lei si dirà:
immolava così la sua giovane vita a quegli ideali che aveva nutrito nella sua breve, ma gloriosa esistenza.