Lo Specchio di Venere di questo mese, ripercorre le orme di una personalità storica importante, antesignana della parità di genere nei luoghi di lavoro, insegnante, partigiana, ma anche prima donna a diventare Ministro della Repubblica Italiana. Stiamo parlando di Tina Anselmi.
Il percorso che porta Tina Anselmi a distinguersi per il suo coinvolgimento pubblico, è sicuramente incredibile e costellato di successi.
Il suo impegno politico prende piede fin da subito, quando nel 1944 (appena diciassettenne), viene costretta dai nazifascisti ad abbandonare le lezioni per assistere all’impiccagione di un gruppo di ragazzi arrestati durante un rastrellamento.
Tina Anselmi partigiana
La giovane decide, dunque, di unirsi alla Resistenza, diventando staffetta partigiana con il nome di Gabriella.
Oltre alla sua ferma opposizione al regime dittatoriale Fascista, in questi anni comincia a sorgere in Tina Anselmi una forte preoccupazione per la condizione femminile.
Dopo la Liberazione, infatti, cercherà di convincere le donne a recarsi alle urne per votare.
A partire dal 1958 la sua attività politica si intensifica dopo la sua elezione nel ruolo di delegata nazionale delle giovani della Democrazia Cristiana. Dieci anni più tardi, viene eletta per la prima volta deputata.
Solo nel 1976 che Tina Anselmi ricopre il ruolo di Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, prima donna nella storia del governo italiano.
E’ tra i primi firmatari della Legge n.903 del 1977 sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro. Testo che letto a 44 anni di distanza risulta ancora tremendamente attuale. Si legge infatti:
«È vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale.»
Le tematiche espresse nel testo di Legge, sono ancora protagoniste nei dibattiti odierni, a riprova del fatto che determinati meccanismi sociali sono difficili da scardinare.
Tina Anselmi e le leggi dei suoi ministeri
Tina Anselmi rimane Ministro della Repubblica Italiana per i due governi successivi, passando al Ministero della Sanità.
Durante questo periodo le si deve il merito dell’approvazione della Legge che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale, (oggi in prima linea nella lotta alla pandemia), la Riforma dell’Assistenza Psichiatrica (nota come “Legge Basaglia”) e la Legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza nel 1978. Solidissime Leggi che tutt’oggi fanno parte del decalogo contro le discriminazioni.
Tina Anselmi lascia la scena politica nel 1992. Rimane però, attiva in importanti contesti di attivismo sociale dalla risonanza internazionale.
Il suo nome verrà, inoltre, preso in considerazione per ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica proprio nel 1992 e in seguito nel 2006.
Muore l’1 Novembre 2016 a Castelfranco Veneto, lo stesso paese che le dà i natali il 25 Marzo 1927.