È di due settimane fa la pubblicazione sulla nostra rubrica Co_Librì, della recensione di “Generazione Arcobaleno”, scritto da Micaela Ghisleni. Il libro racconta la vicenda che ha portato all’iscrizione della nascita di suo figlio Niccolò come figlio di due madri: di Micaela Ghisleni e della sua compagna, Chiara Foglietta.
Abbiamo deciso di tornare sull’argomento per celebrare, oggi 23 aprile 2021, il terzo compleanno di questa bellissima famiglia.
Per molte coppie la registrazione della nascita del/la proprio/a figlio/a, è un passaggio pressoché scontato. Non lo è, però, per le famiglie omogenitoriali. Secondo le leggi del nostro Stato, infatti, non è previsto iscrivere la nascita di un bambino se i suoi genitori sono dello stesso sesso.
L’iscrizione presso l’Anagrafe Civile di Niccolò, il 23 aprile 2018, ha però, sancito un punto di svolta importante sollevando la questione relativa ai diritti civili delle coppie arcobaleno.
A tre anni di distanza dal riconoscimento anagrafico di Niccolò, Micaela Ghisleni ci ha raccontato il percorso che lei e Chiara hanno dovuto affrontare, e di quanto in realtà ci sia ancora da realizzare in materia di diritti civili.
Come è nata la storia tra te e Chiara?
Chiara ed io ci siamo conosciute nel novembre 2015, in occasione dell’organizzazione di un convegno scientifico da parte del Coordinamento Torino Pride.
L’amore è scoccato un paio di mesi più tardi durante la manifestazione #SVEGLIATITALIA, evento che si è tenuto in più di 100 piazze italiane per sollecitare la politica al riconoscimento dei diritti civili per le persone gay e lesbiche. Erano i mesi nei quali c’era una grande mobilitazione sociale a sostegno dell’approvazione delle legge sulle unioni civili (la cosiddetta Legge Cirinnà).
Quel giorno, il 23 gennaio 2016, in Piazza Carignano a Torino, i nostri sguardi si sono incrociati e, guardandoci con occhi diversi, abbiamo capito che ci eravamo innamorate l’una dell’altra. La passione politica, l’attivismo e l’impegno civile ci avevano unite.
Come avete deciso di divenire genitrici?
Abbiamo iniziato a frequentarci e dopo poco tempo Chiara ha manifestato il suo desiderio di maternità, accolto da me, che avevo già una figlia da una precedente relazione, con gioia.
Ci siamo confrontate con altre coppie per capire come affrontare al meglio il nostro progetto familiare e abbiamo contattato alcune cliniche estere per poter affrontare il percorso della PMA, dal momento che in Italia non sarebbe stato possibile perché vietato dalla legge (40/2005).
Dopo alcuni mesi di convivenza, nel 2017 siamo andate a Copenaghen per seguire un corso di formazione organizzato da NELFA Europe (Network of European LGBTIQ* Families Associations). In quella occasione, ci siamo recate presso una clinica specializzata in trattamenti di infertilità, abbiamo conosciuto il personale e abbiamo deciso di provare a realizzare lì il nostro progetto.
Quest’ultimo si è concretizzato poco dopo, in estate, quando dopo una serie di colloqui via Skype siamo andate nuovamente a Copenaghen. Lì Chiara si è sottoposta alla PMA (procreazione medicalmente assistita) eterologa (con donazione di seme). Prima che venisse effettuata l’inseminazione, abbiamo firmato entrambe il modulo di consenso informato, con il quale ci siamo assunte entrambe la responsabilità genitoriale nei confronti del/della bambino/a che sarebbe potuto/a nascere a seguito di quel trattamento.
Rispetto a tante altre coppie, siamo state fortunate, perché quel primo tentativo andò a buon fine, portando Chiara allo stato di gravidanza e quindi alla nascita di Niccolò il 13 aprile 2018.
Cosa è cambiato dal punto di vista politico e giuridico dopo l’iscrizione dell’atto di nascita di vostro figlio Niccolò?
Niccolò è stato il primo bambino ad essere iscritto nei registri anagrafici di un Comune di residenza italiano come figlio di due madri il 23 aprile 2018. Niccolò è a tutti gli effetti mio figlio anche a livello legale.
Da quando Niccolò è stato iscritto nei registri anagrafici come figlio di due madri, molti Ufficiali di Stato Civile hanno percorso la stessa via del coraggio intrapresa dalla Sindaca Appendino e hanno registrato entrambi i genitori delle bambine e dei bambini arcobaleno. Da una stima che posso fare solo “a spanne” ritengo che il numero dei bambini non sia esiguo, comunque non meno di 300 in tutta Italia.
Dunque, è cambiato molto, ma ancora non abbastanza. Nonostante questi passi in avanti compiuti qua e là ad opera di sindaci “illuminati” le famiglie omogenitoriali rimangono giuridicamente ancora scoperte, in assenza di una legge chiara che riconosca i legami affettivi fra genitori e figli.
Anche la Corte Costituzionale ha riconosciuto di recente l’esistenza di un grave vuoto normativo riguardo i figli che corrono il rischio di essere senza diritti. “Una preoccupante lacuna dell’ordinamento nel garantire tutela ai minori e ai loro migliori interessi”.
Tali lacune sarebbero da individuarsi in materia di riconoscimento del rapporto genitoriale nei confronti del genitore d’intenzione, nel caso di nascita a seguito del ricorso a tecniche di PMA all’estero da parte di due donne – Corte Costituzionale, Sentenza 32/2021 – e nel caso di ricorso alla GPA (Gestazione per altri) da parte di due uomini – Corte Costituzionale, Sentenza 33/2021. Affermando che la tutela del minore è “un fine costituzionalmente necessario”, la Corte Costituzionale ha quindi ammonito il legislatore a individuare “le modalità più congrue di riconoscimento dei legami affettivi stabili del minore”, poiché “non sarebbe più tollerabile il protrarsi dell’inerzia legislativa, tanto è grave il vuoto di tutela del preminente interesse del minore riscontrato.
E’ proprio per presentare una richiesta formale ai Presidenti delle Camere e al Presidente della Repubblica affinché si legiferi in maniera chiara ed univoca sul riconoscimento pieno e siano garantiti diritti e tutele ai nostri figli e figlie che l’Associazione Famiglie Arcobaleno ha lanciato la Campagna “Non esistono genitori fantasma. Dichiariamolo per legge”
Ci uniamo all’invito di Micaela Ghisleni a guardare lo spot e a firmare la petizione per rafforzare la voce di tutti i genitori.
#NonSiamoFantasmi
Com’è il rapporto con i tuoi figli?
Molto buono, direi. Voglio un gran bene ad entrambi, li sento nel profondo entrambi i miei bambini. Faccio del mio meglio, commettendo sicuramenti errori, come ogni genitore, errori che spero però, di essere capace a riconoscere, in modo da poterli correggere nel tempo.
Sebbene la mia primogenita Cecilia, che adesso ha 11 anni, sia mia figlia anche biologica, con Niccolò ho un’affinità davvero unica, ci capiamo al volo. Fra di loro vanno molto d’accordo.
In molti ci dicono che si assomiglino molto. “Certo, sono fratelli!” rispondo io.
Un sincero e affettuoso grazie a Micaela Ghisleni e Chiara Foglietta per aver condiviso con noi la loro storia.