A certi argomenti proprio non ci vogliamo arrendere e così crediamo in costrutti sociali privi di base scientifica, uno di questi riguarda la verginità.
La verginità però, non esiste!
Il Royal College of Obstetricians and Gynecologists, che rappresenta le ostetriche e gli ostetrici, nonché le ginecologhe e i ginecologi inglesi, ha rivolto al Governo un appello pubblico per chiedere che i test sulla verginità non vengano più praticati.
Si tratta di visite mediche invasive che mirano a verificare l’integrità dell’imene e sono praticate in numerose cliniche della Gran Bretagna. Questi test sono richiesti soprattutto da famiglie di religione islamica e sono molto diffusi in tutti i paesi occidentali.
Non si parla di verginità in alcun trattato di anatomia.
Sul British Medical Journal, dove è stato pubblicato l’appello di cui dicevo all’inizio, ha avuto spazio anche la Prof.ssa Eugenia Tognotti, docente di Storia della medicina e di sanità pubblica all’Università di Sassari, che ha spiegato come ha origine questo falso mito.
Non si parla infatti, di verginità in alcun trattato di anatomia.
È pur vero che i medici specializzati in ginecologia e ostetricia non sono tutti d’accordo nel ritenere che chi ha rapporti sessuali abbia l’imene lacerato. Il presidente dell’Associazione Ginecologi Universitari Italiani, Nicola Colacurci, ha infatti, dichiarato che l’imene non sempre si lacera al primo rapporto e che non si rompe, salvo rari casi, perché non ostruisce l’ingresso della vagina. Ha spiegato che è una membrana che ne circonda l’apertura esterna.
In condizioni naturali, non sempre si hanno lacerazione e sanguinamento perché questi dipendono dall’elasticità e dalla morfologia dell’imene.
La convinzione però, è talmente ben radicata che ancora oggi, alcuni ginecologi non visitano donne che dichiarano di essere vergini. Quindi, se c’è il sospetto di una patologia ovarica, ti tieni sia la patologia sia il sospetto perché l’ecografia transvaginale non si pratica. Si effettua un altro tipo di esame con tutti i limiti che questo comporta.
E allora perché non ricostruire l’imene?
Qui ha trovato terreno fertile, la chirurgia plastica che propone l’imenoplastica, ossia la ricostruzione dell’imene garantendone lacerazione e sanguinamento al primo rapporto dopo l’intervento.
Ma davvero nel 2021 importa a qualcuno della verginità? Questo evidenzia ancora una volta quanta differenza c’è tra la salute e la medicina che riguarda le donne e quella che riguarda gli uomini, intorno ai quali non ci sono costrutti sociali. Non sarebbe ora di smetterla?
Fonte notizia La Repubblica
Fonte immagine Donne magazine