Catfishing e catfish, di cosa si tratta?

In questa epoca digitale il fenomeno del catfishing è molto diffuso e i casi sono in rapido aumento. Il catfisfhing è quella pratica attraverso la quale un individuo, detto catfish, crea una falsa identità, con uno o più profili fittizi, allo scopo di truffare un altro utente.

Prende il nome dallo slang americano ed è stato utilizzato, per la prima volta, nel film “Catfish”, la testimonianza di un caso reale di falsa identità. Il danneggiato, Nev Schulman decide, insieme al regista e amico Maxwell Joseph, di documentare la propria storia al fine di sensibilizzare su questa forma di violenza praticata in via telematica.

Ad oggi siamo alla settima edizione dell’omonima serie tv su MTV. Il programma ha aiutato tante persone a riprendere in mano la propria esistenza e diversi catfish a riflettere, a fare ammenda e intraprendere un percorso di “disintossicazione”.

Letteralmente “catfish” significa “pesce gatto”, che mangia tutto ciò che trova sulla propria strada, compresi i piccoli pesci. Allo stesso modo l’impostore si nutre di vittime pescate nel mare di internet.

È quindi, colui che interpreta un ruolo inventato tessendo, con grandi abilità, legami sempre più stretti con la vittima tanto da minarne gli aspetti psicologici.

Perché il catfishing?

Le ragioni che possono spingere alla pratica di catfishing possono essere molteplici:CATFISHING

  • rifiuti amorosi;
  • vendette nei confronti di un ex che ha troncato la relazione o ha tradito;
  • motivi economici;
  • puro piacere personale e perversione mentale.

Non esiste età per l’inganno. Si va da giovani, che proiettano sul catfish desideri d’identificazione e mancanze affettive, a uomini e donne più avanti con gli anni che, prima d’innamorarsi dei social, sapevano a malapena come funzionasse un computer e ora devono decidere con chi comunicare e come apparire.

Il potere dei social network è molto forte. Se questi vengono usati impropriamente, possono generare comportamenti inspiegabili, assurdi ed estremi.

Alcune azioni, come un like non concesso o una richiesta d’amicizia rifiutata, creano veri e propri “incidenti relazionali” che prendono vita nella realtà fino a deteriorare rapporti solidi e duraturi.

 

Qual è lo schema del catfishing?

Lo schema tipico del catfish è aggirare i sentimenti di persone fragili che aprono il cuore e spesso anche il portafogli, per non perdere ciò che diventa la priorità.

Captano l’emotività dei propri bersagli che, per il forte desiderio di essere riconosciuti e amati, proiettano su figure irreali, sogni e aspettative.

Si sviluppa un legame idealizzato e simbiotico che può portare all’isolamento, al plagio e alla dedizione totale, fino ad annullare anche le più semplici attività quotidiane.

Come è possibile non rendersi conto di essere vittime di catfishing?

Ognuno ha un vissuto non solo di eventi positivi, ma anche traumatici, con snodi familiari pesanti, un doloroso substrato di solitudine e fame d’amore.

Non ci si guarda dritti negli occhi, non si sente il suono della voce, solo indirettamente, e la gestualità non è considerata. Tutto è però, così convincente da sentirsi prigionieri di una vera e propria dipendenza.

Alcuni adolescenti vivono una fase di crescita delicata, caratterizzata da paure e insicurezze, in gran parte legate alla socialità e all’interazione.

Diventa molto più confortante parlare di emozioni attraverso un filtro per arginare il proprio disagio.

Indossare una maschera, paradossalmente, simula una situazione di benessere psicologico, quando non si accetta “il vero sé”, dal quale si vuole fuggire, ma è solo un “effetto placebo”.

Ci sono alcuni casi in cui il catfish è problematico, con cicatrici difficili da rimarginare. Crede che, giocando ad essere qualcun altro, potrà riuscire a esternare delle emozioni che normalmente tiene rinchiuse, per mancanza di stima e grande svalutazione di sé stesso.

Il suo comportamento, per quanto mosso da ragioni di sofferenza, non è giustificabile perché la bugia e l’inganno sono inammissibili a prescindere dalla forma.

Occorre, quindi, smascherarlo non solo per la nostra tutela, ma anche perché necessita di un supporto psicologico e psichiatrico tempestivo.

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Come individuare un profilo fake?

  1. Verificate chi dice di essere. Il suo nome non è così convincente. Ha uno pseudonimo oppure un nome di fantasia, di provenienza esotica o al posto del cognome vi è solo l’iniziale. È probabile – ma non certo – che la persona in questione non esista. Sarebbe buona norma digitare il nome nella barra di ricerca di Google e, se dichiara di essere un libero professionista, cercate l’iscrizione all’albo di riferimento. Se invece, dice di lavorare per un’azienda e magari di ricoprire un certo ruolo potete cercare l’organigramma sul sito aziendale oppure consultare Linkedin (il network professionale più diffuso al mondo).
  1. Approfondire le informazioni. Fatevi delle domande se le informazioni presenti sul profilo sono scarse, con poche foto, molto generiche o palesemente ritoccate. Un “amico” che dichiari essere di Torino e vi mostri una fotografia in posa plastica davanti alla Mole Antonelliana, fa sorgere dei dubbi in merito a un fotomontaggio. Soggetti avvenenti, le cui immagini incarnano alti livelli estetici, vengono spesso utilizzati per la creazione di profili fake.
  2. Osservate la foto del profilo. Se la foto-profilo è parzialmente oscurata o avete il sospetto appartenga a qualcun altro, come prima operazione, trascinatela in Google Immagini per trovare un’eventuale corrispondenza. Un’altra tipologia di immagine molto inflazionata tra gli account fasulli è quella di un cartone animato, un cantante, un attore o un paesaggio.
  3. Verificate la data di iscrizione al social, servizio o app. Se l’iscrizione è abbastanza recente o addirittura molto molto vecchia, state in allerta. In questo caso fate una ricerca incrociata anche su altri social network e applicazioni di messaggistica istantanea, se ha fornito un recapito telefonico.
  4. Controllate amici e tag. Verificate il numero di amici e follower e state attenti quando è limitato. Se le interazioni sono quasi assenti, come i commenti ai vari post, risulta palese la mancanza di comunicazione con le persone. Ricordiamo che un catfish non può essere taggato in foto e commenti di gente reale perché nessuno lo conosce! I profili autentici hanno diverse amicizie locali. I fake, invece, hanno solo contatti internazionali o di città a random. Controllate se è iscritto a una fan page o a dei gruppi su Facebook. Un account senza nessun amico in comune e con pochi amici in generale, nonché privo di scambi comunicativi, fa pensare a un profilo creato ad hoc.
  5. Proponete un incontro via Skype. Di solito il catfish non accetta una conversazione in video chat o via webcam. Concede al massimo incontri telefonici o scambio di messaggi vocali. Se non vi accontenta, allora adottate un piccolo trucco: proponetegli di fare dei selfie con indicazioni da voi stabilite. Certamente un truffatore non si scatterà mai una foto sorridente con in mano un cartello con il vostro nome o una frase da voi scelta!
  6. Non inviate denaro. Il catfish parla di valori profondi e poi avanza richieste economiche esplicite. Mette in atto una sceneggiatura degna di una soap opera per acquisire la fiducia della vittima. Poi richiede denaro o l’invio di materiale intimo e personale per tentare un ricatto, pena la diffusione virale.

 

Come liberarsi dal catfishing?

È fondamentale eliminare, segnalare e bloccare il contatto quando uno o più elementi fanno riflettere.

Su Facebook si può segnalare l’account fasullo cliccando sulla voce “Segnala l’account di ***”.

In seguito, si apre un’ulteriore finestra per specificare il motivo della segnalazione: nome falso, minacce/abusi/molestie, profilo falso, contenuti inappropriati o account di azienda/organizzazione.

Può accadere che la situazione sfugga di mano e ci si trovi in seria difficoltà. In tali casi è importante rivolgersi alla polizia postale.

Comunque, non inviate denaro e non condividete informazioni riservate e materiali multimediali che vi riguardano.

Non bisogna rinunciare ai social network e ai loro aspetti positivi, di apertura e condivisione, ma nemmeno renderli il centro del proprio mondo.

Sono un’enorme conquista tecnologica, ma non va dimenticato che la vita va vissuta, con le proprie conquiste e cadute, con tutti i moti dell’anima e con i piedi fuori dallo schermo.

Se qualcuno è stato oggetto di catfishing non deve provare vergogna o senso di colpa. Anzi, deve chiedere sostegno in quanto è un’esperienza in grado di toccare corde molto profonde.

Fare una richiesta di aiuto non è mai segno di debolezza e vulnerabilità. È un atto di coraggio e umiltà con il quale non solo riconosciamo i nostri limiti. È il  segnale che non ci arrendiamo e che continuiamo ad essere forti, amandoci di più.

Federica Farina

Federica Farina

Federica Farina, amo la comunicazione, la psicologia, l’ironia e la multimedialità. Credo la scrittura sia la fusione tra immagini, parole ed emozioni profonde.

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