Il 13 dicembre del 2006 è stata approvata dall’Onu la “Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità” ratificata in Italia nel 2009.
E’ opportuno ed interessante richiamare questa Convenzione in questo momento storico perché i diritti delle persone con disabilità vengono collocati per la prima volta e in modo preciso nell’ambito dei diritti umani.
Costituiscono una parte essenziale dei diritti dell’uomo e come tali vanno considerati dalla collettività. Pertanto deve essere dato loro spazio in ogni forma di attività umana per un interscambio di valori condivisi.-
All’interno del testo della Convenzione, la disabilità viene definita come:
Il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali e ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con altri.
I principi della Convenzione Onu
La Convenzione si fonda su un nuovo approccio alla disabilità, che fa propri i principi del modello bio-psico-sociale della classificazione della disabilità stessa introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), e ne fa l’assunto di base da cui scaturisce il precetto della non discriminazione.
In questa visione la disabilità costituisce un rapporto sociale, dipendente non solo dalle condizioni di salute di una persona, ma anche e soprattutto dalle condizioni ambientali e sociali in cui si trova.
La disabilità da elemento soggettivo diventa espressione di condizioni esterne che esigono una responsabilità collettiva.
Nella quotidianità le persone con disabilità subiscono discriminazioni e non hanno pari opportunità a causa del persistere di pregiudizi e barriere sociali. La Convenzione, quindi lo riconosce e interviene per proibire che esse siano trattate in maniera differente a causa della disabilità, in tutti gli ambiti della vita.
La Convenzione garantisce il pieno godimento di tutti i diritti umani, richiede di:
- praticare il principio di uguaglianza delle opportunità,
- cambiare l’approccio dal modello medico a quello sociale,
- rimuovere lo stigma, il pregiudizio e l’assistenzialismo
- impegnare la comunità internazionale verso questi obiettivi.
La Convenzione Onu oggi
Oggi le persone con disabilità possono contare su un insieme di norme che si possono utilizzare per contrastare i fenomeni di discriminazione e migliorarne sensibilmente le condizioni di vita.
Quanto al contenuto della Convenzione, esso è assai vasto pertanto segnaliamo soltanto, tra gli altri, gli articoli sull’uguaglianza e la non discriminazione:
- sulle donne ed i bambini disabili (artt. 5 – 7);
- sull’accessibilità (art. 9);
- sul diritto alla vita (art. 10);
- sull’uguaglianza di fronte alla legge (art. 12);
- l’accesso alla giustizia (art. 13);
- sull’integrità della persona (art. 17);
- sulla vita indipendente e sulla possibile inclusione nella comunità (art. 19);
- sull’istruzione (art. 24); sulla salute (art. 25); sulla riabilitazione (art. 26); sul lavoro (art. 27);
- sull’adeguato standard di vita e protezione sociale (art. 28);
- sulla partecipazione alla vita pubblica e politica (art. 29), alla vita culturale, al tempo libero e allo sport (art. 30).
Vale la pena di concludere osservando che la presente Convenzione costituisce il primo atto internazionale obbligatorio del XXI (ventunesimo) secolo in materia di diritti umani, così come è stato definito dalle Nazioni Unite.
La stessa Convenzione va ad integrarsi con gli altri atti internazionali concernenti i diritti umani, già esistenti, che sono applicabili alle persone con disabilità con lo scopo di evidenziarne la particolare situazione, di fornire loro maggiore tutela e di migliorare le loro condizioni di vita in qualunque parte del mondo.