Le Donne alla Maturità 2019 sono le grandi assenti. Non stiamo parlando delle studentesse che in questi giorni stanno affrontando l’ultimo scoglio: l’esame orale. Non parliamo neppure delle insegnanti.
Ci stiamo riferendo alle donne protagoniste della storia, della filosofia, della letteratura, della scienza, della matematica, dell’arte, dell’economia, della sociologia, dello sport o dell’attualità che non sono state oggetto di alcuna traccia assegnata agli esami scritti.
In un interessante articolo della giornalista Flavia Amabile, pubblicato per l’iniziativa Il Calendario delle Donne da La Stampa, è stato tracciato il percorso politico della battaglia all’educazione alla parità che si è combattuta dagli anni ’90.
Il risultato delle iniziative di dipartimenti, ministri e governi è, purtroppo, un nulla di fatto.
Le donne non sono protagoniste nei libri di testo. Il ruolo femminile è quasi sempre subalterno a quello maschile. Le professioni portate ad esempio alle classi rientrano nei soliti stereotipi.
L’educazione di genere è troppo spesso lasciata alla libera iniziativa delle docenti.
Quindi, non c’è da stupirsi se le donne alla Maturità 2019 non compaiono. In questi anni, purtroppo, nulla è cambiato.
Ma le donne alla Maturità 2019 sono state dimenticate o è stata una scelta consapevole?
Ce lo siamo chieste e abbiamo coinvolto nella discussione l’amica, nonché Professoressa Sara Sesti.
Crediamo che non si possa ignorare il grande apporto delle donne alla società civile italiana e internazionale.
Gli studenti e le studentesse avrebbero saputo commentare le poesie di Alda Merini, argomentare gli interventi politici di Nilde Iotti e trovare spunti di riflessione sul “polverone ambientale” tirato su da Greta Thumberg.
E ancora siamo certe che avrebbero saputo parlare, saggiamente, della vicenda della Sea Watch, il cui portavoce è una donna: Giorgia Linardi.
Così come avrebbero saputo parlare di Laura Morante, Natalia Ginzburg, Sibilla Aleramo, Simone De Bouvoir, Fernanda Pivano, Fabiola Gianotti e Samantha Cristoforetti, nonché della Nazionale di Calcio Femminile.
In conclusione, siamo d’accordo con la Prof.ssa Sesti quando afferma:
E’ stata una scelta vergognosa, irrispettosa delle maturande e del lavoro delle insegnanti impegnate a recuperare e valorizzare la presenza femminile in tanti campi del sapere.