Adoro i debutti e sabato sera c’ero anche io alla prima dello spettacolo Il Coraggio di Emanuela presso il Cine Teatro Maffei in occasione della Rassegna sul Trentennale delle stragi di mafia.
Lo spettacolo che racconta la storia di Emanuela Loi, la prima donna agente della Polizia di Stato uccisa in servizio, aveva trovato spazio nel ciclo di eventi teatrali dell’estate 2019.
Poi la pandemia nel 2020 ne ha impedito la riproposizione e il trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e Via d’Amelio è arrivato in un lampo.
Questa rassegna riaccende bene i riflettori sui temi della legalità e della giustizia e la scelta di dedicarla al coraggio di Emanuela Loi è azzeccatissima per attirare l’attenzione dei ragazzi.
Il Coraggio di Emanuela è stato uno dei tanti eventi della rassegna ed è uno spettacolo di Eleonora Frida Mino e Roberta Triggiani.
Racconta la storia personale di Emanuela con i suoi sogni di diventare maestra, di sposarsi e di costruire una famiglia.
Pone l’accento sulla scelta di entrare in Polizia in un momento in cui le donne nell’arma erano ancora poche.
L’assegnazione di Palermo come luogo di lavoro in un periodo in cui la mafia si faceva sentire con asprezza cambia la vita di Emanuela senza incrinare il suo senso del dovere, la sua dedizione e il suo coraggio di proteggere chi come lei stava solo lavorando: il giudice Paolo Borsellino.
Il Coraggio di Emanuela ha donato emozioni
Il Coraggio di Emanuela, messo in scena dalla delicata Eleonora Frida Mino, è semplicemente bello e spaventosamente emozionante.
Eleonora Frida Mino conduce lo spettatore in un viaggio attraverso l’Italia della fine degli anni ’80 e i primi anni ’90.
Lo porta nelle nostre isole all’epoca lontane solo all’apparenza e gli ricorda fatti, oggetti e molto altro per vivere e riscoprire emozioni forti e coinvolgenti.
Immediatamente ti concentri sulle sue parole entrandoci dentro e tiri il fiato solo per brevi attimi perché le immagini della realizzazione dei ritratti di Paolo Borsellino ed Emanuela Loi di Giulia Salza ti catturano.
Ti ricordi che tu c’eri e che sì proprio tu hai vissuto il periodo delle stragi di mafia.
La commozione per i ragazzi di quel periodo è garantita, mentre i ragazzi di adesso non le staccano gli occhi di dosso e non perdono una sola parola.
Si appassionano alla storia di straordinaria normalità e grande coraggio che sta rappresentando.
In fondo Emanuela Loi era una di noi ed è morta solo perché compiva il suo dovere.
Lo sgomento per quanto accaduto nel 1992 a persone normali come Emanuela è ancora vivo e presente.
Tanto è vero che l’emozione resta dentro anche a monologo terminato impedendo al pubblico di intervenire facilmente quando viene presentata Claudia Loi, sorella di Emanuela.
Le parole non riescono ad uscire. Trovano spazio applausi di ammirazione, commozione e forse anche un po’ di scusa per il dolore che ancora prova.
Il coraggio non è una virtù fuori dal comune. È qualcosa che tutti abbiamo dentro, bisogna solo capire come e quando tirarlo fuori.
Insegnare il coraggio ai nostri figli attraverso la storia di Emanuela Loi è un po’ più facile, ora!