Irena Sendler da raccontare nel Giorno della Memoria

Se desiderate rammentare le vittime dell’olocausto o spiegare il significato del Giorno della Memoria ai vostri figli, ma non potete partecipare alle varie iniziative cittadine, potete narrare le vicende di Irena Sendler o Krzyżanowska. Un’eroina della resistenza nazista che pochi conoscono, pur avendo salvato dai lager nazisti 2500 bambini.

Irena Sendler viveva a Varsavia (Polonia) e combatteva contro l’antisemitismo dilagante sin dai tempi dell’università. Era una militante socialista e studiava per diventare assistente sociale.

 

La guerra secondo Irena Sendler

Nel 1939 Hitler invase la Polonia e rinchiuse in un ghetto tutta la popolazione ebrea. Così Irena iniziò a fornire documenti falsi per consentire a numerose famiglie di ebrei di fuggire. Poco più tardi si unì al Consiglio di Aiuto degli Ebrei, all’interno del quale venne assegnata al Dipartimento per l’infanzia.

Nel 1942, fu evidente che l’intenzione di Hitler era sterminare gli ebrei, gli oppositori al regime e i “diversi”, così Irena Sendler, insieme ad amiche e colleghe, riuscì ad entrare nel ghetto in quanto assistente sociale e a convincere le famiglie a farsi dare in custodia i propri bambini.

Irena non garantiva nulla, ma voleva almeno provare a salvare la vita dei più piccoli da un infausto destino. Li nascose in sacchi di iuta, sui camion in uscita dal ghetto, dentro le valigie, persino dentro le bare.

I bambini prelevati, venivano poi affidati a istituti religiosi o ad altre famiglie polacche che vivevano nelle campagne. Loro non conobbero mai il reale nome di Irena.

Ogni volta che nascondeva un bambino, segnava su un registro, appositamente creato, il nome, il cognome e l’indirizzo di origine. Quei fogli furono dapprima nascosti in casa di Irena. Poi sotterrati all’interno di barattoli nel giardino di un “contatto sicuro” di Irena Sendler. L’unico scopo era tentare, una volta conclusosi il conflitto, il ricongiungimento dei piccoli fuggiaschi con i propri genitori.

La rete di resistenza polacca lavorava nell’ombra e adottava tutte le misure di sicurezza possibili. Purtroppo, questo non impedì l’arresto e la tortura di Irena da parte delle milizie tedesche, che la inserirono nell’elenco dei prigionieri di guerra condannati a morte.

Irena Sendler si salvò grazie alla corruzione: i soldati furono corrotti dalla resistenza e la lasciarono andare.

 

La nostra eroina ha compiuto la sua missione

Alla fine della seconda guerra mondiale, si tentò il ricongiungimento dei figli alle famiglie d’origine. Molte furono le difficoltà, dalla ricerca dei sopravvissuti alla deportazione a quella dei parenti più prossimi ai bambini salvati. Molti ragazzini si erano talmente abituati alla nuova condizione che non ricordavano quasi nulla dello strappo dai genitori e le nuove famiglie provavano un tale affetto, che il ricongiungimento fu reso più difficile anche da questo aspetto.

 

La storia di questa donna straordinaria può essere raccontata in modo semplice senza intermediari – lei non ne aveva. Create l’atmosfera con una bella copertina sul divano e una buona cioccolata calda e prendete, a supporto del vostro racconto, per i più piccini il libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli”.Storie della Buonanotte

Invece i più grandi possono, insieme a voi, leggere la biografia di Irena “La ragazza dei fiori di vetro” scritto da Tilar J. Mazzeo. D’altronde il rispetto per il prossimo e l’uguaglianza si imparano in casa e siamo proprio noi genitori a doverlo insegnare. Insieme ai nonni e agli insegnanti, noi genitori siamo i primi portatori di una memoria storica che deve essere ricordata per non commettere nuovamente i gravi errori del passato.

Non necessariamente servono celebrazioni pubbliche per non dimenticare.

 

 

Luciana Spina

Luciana Spina

Luciana Spina, tante cose, ma qui soltanto blogger. Adoro osservare la realtà. Lo spirito critico e la concretezza sono, nel bene e nel male, le mie caratteristiche.

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