Lockdown, l’ultima sera del mio. Voi come lo avete vissuto?

La luce di una luna quasi piena illumina debolmente il terrazzo nell’ultima sera del mio lockdown, mentre intorno il silenzio è interrotto dai rumori di piatti e dal vocio sommesso dagli appartamenti intorno. Non sappiamo cosa accadrà da domani nella temuta (e per taluni agognata Fase 2), oltre tutte le disposizioni, raccomandazioni ed esortazioni da cui siamo sommersi ogni giorno a tutte le ore. Faremo tutto ciò che dovremo fare con senso di responsabilità e attenzione, ma – anche – vivremo, che è ciò che dobbiamo fare ad ogni nuovo mattino.

Del mio lockdown voglio condividere qualcosa di bello che ho vissuto in queste settimane. Nell’immobilità impotente che ha accomunato un po’ tutti, ho avuto la fortuna di incontrare più da vicino la solidarietà che da tante parti si è mossa. Dalle città ai piccoli comuni, è stata pronta la risposta delle associazioni per sostenere le famiglie in difficoltà che, per vari motivi, non hanno più avuto accesso ai beni di prima necessità. Per molti, il lockdown ha significato non poter andare a fare la spesa, vuoi per ragioni logistiche di non potersi spostare autonomamente, vuoi perchè i soldi non c’erano più.

Da un tam tam sui social, sono entrata in contatto con lAssociazione Più Spazio Quattro  con l’idea di mettere a disposizione qualche ora del mio tempo.

lockdown e solidarietà

Due progetti importanti:

Dalle parole di Stefano, il coordinatore dei volontari, vengo a sapere che la Casa del Quartiere è attiva su due progetti simili, ma con target differenziati.

Il primo, in sinergia con la COOP di Via Livorno è un servizio di spesa a domicilio per persone in difficoltà negli spostamenti. Si tratta tendenzialmente di donne sole, con un’età compresa fra i 65 e i 92 anni, non molto abili nell’uso di smartphone, pc, spese on line. Nel complesso sono una ventina le donne necessitanti aiuto per circa 20 volontari coinvolti.

Il secondo, in collaborazione con il Comune di Torino e il Banco Alimentare, è un servizio di distribuzione di generi di prima necessità a nuclei familiari in difficoltà economica e sociale segnalati da Servizi sociali, ma anche dall’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo e dalla rete solidale del territorio.

Qui i numeri sono decisamente diversi. Ci sono circa 170 nuclei e circa 500 persone beneficiari per circa 50 volontari coinvolti.”

Ogni settimana, i volontari si occupano di stoccare, preparare i pacchi e distribuirli a domicilio. Prima si verifica il numero dei componenti del nucleo familiare e l’età dei bambini eventualmente presenti. Così si cerca di mettere nel pacco anche un gioco, pennarelli o pannolini.

C’è chi corre avanti e indietro separando le derrate in sede in modo da velocizzare la preparazione dei pacchi. Chi telefona per avvisare della consegna; chi contatta i volontari e ne organizza i turni. Chi aggiorna gli elenchi e i documenti da far firmare ai volontari perché tutto avvenga nel rispetto delle regole. Chi usa la propria auto per fare le consegne.

Ognuno indossa la mascherina e i guanti messi a disposizione dall’Associazione, senza dimenticare che il bene più prezioso da consegnare e da ricevere, è un sorriso negli occhi.

Il mio lockdown ha avuto qualcosa di bello in un tempo dilatato che è diventato tempo regalato. Nel sorriso dell’altro (volontario o destinatario del pacco) ho trovato un appuntamento in cui trovare significato.

I contatti utili

Per segnalare nuclei in difficoltà, occorre rivolgersi ai numeri istituzionali della Protezione Civile Comunale, attivo tutti i giorni dalle 10 alle 17 num. verde 800444004 oppure 01101137000 e-mail: emergenza.protezionecivile@comune.torino.it

Daniela

Daniela

Daniela Filippini. Laureata in Logopedia con lode presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino, mi occupo prevalentemente di disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, in collaborazione con la Fondazione don Carlo Gnocchi Onlus e il poliambulatorio Oasimedica. Nel tempo libero le mie passioni sono il cinema, il teatro e gli sport di montagna.

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