Si torna a parlare di pillola abortiva perché il Ministro della Salute Roberto Speranza annuncia l’aggiornamento delle linee guida sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e sull’uso della pillola RU486.
Le novità
riguardano le modalità di somministrazione e il termine dell’applicazione dell’IVG:
- È possibile somministrare la pillola RU486 in day hospital;
- L’aborto è praticabile fino alla nona settimana.
In questi giorni di gran caldo tornano le polemiche sul tema dell’aborto farmacologico. Da una parte chi parla di aggiornamento necessario (le linee guida risalivano al 2010) e di allineamento dell’Italia agli altri paesi in cui la pillola abortiva è data nel pieno rispetto della privacy e in totale sicurezza per la salute della donna. Dall’altra chi giudica questa novità come un abbandono per le donne che praticherebbero l’aborto in maniera “casalinga”.
Al di là delle polemiche sulla pillola abortiva
faccio notare due cose:
- Sul sito salute.gov.it non sono state pubblicate né le nuove linee guida sull’IVG, né il parere sulla pillola abortiva del Consiglio Superiore di Sanità, a cui il Ministro Speranza ha fatto riferimento nei suoi annunci pubblici. Tre giorni dopo la pubblicazione di questo articolo viene pubblicato sul sito del Ministero un aggiornamento contenente la Circolare di aggiornamento delle Linee di indirizzo sull’interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine. Ne sono felice, ma continuo a preferire i fatti prima dei proclami!
- Le Regioni non sembrano essere tutte d’accordo con l’idea di omogeneizzazione posta alla base dell’aggiornamento delle linee guida visto che la Regione Umbria, neanche due mesi fa, aveva imposto il ricovero di 3 giorni in ospedale per la somministrazione della pillola RU486. Infatti, l’Assessore agli Affari Legali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, ha dichiarato che richiederà il parere dell’Avvocatura Regionale.
Ora le considerazioni sono facilmente intuibili. Basta con comunicati pubblici che annunciano grandi cambiamenti nella vita delle donne senza pubblicare e rendere accessibili agli interessati i documenti citati.
E ancora basta con gli scontri tra i diversi governi, centrale e decentrati, perché questo paese ha bisogno di una guida coesa, ferma e decisa.
Alcune battaglie, specie quelle che riguardano la salute delle donne di tutta Italia, non possono essere combattute facendo delle differenze.
Siamo tutte uguali a Torino come a Perugia o a Palermo. Meritiamo tutte di decidere liberamente del nostro corpo e di ricevere il migliore trattamento sanitario possibile, sempre e ovunque!
Foto di copertina di interris.it