Il tempo per scegliere la scuola dell’infanzia, primaria o secondaria di primo grado per i propri figli stringe. Dal prossimo 16 gennaio fino al 6 febbraio 2018 sul portale http://www.iscrizioni.istruzione.it/?pk_vid=58a9de7152e3021015156139502f1557 dovrete, previa registrazione, iscrivere i vostri figli al ciclo scolastico che dovranno affrontare a partire da settembre 2018.
Ogni genitore desidera per i propri figli solo il meglio, nella sua più ampia accezione. Il vivere quotidiano però, riserva gioie e soddisfazioni sapientemente mescolate a problemi e difficoltà da affrontare. Ogni situazione dipende da una nostra scelta e quando questa ha delle conseguenze su chi amiamo di più, scegliere può essere talmente gravoso da toglierci il sonno. Io penso che la scelta della scuola sia tra queste.
Dopo aver avuto un vivace e interessante confronto con diversi docenti di vari istituti di ordine e grado che non verranno citati per rispetto della loro privacy e per evitare che questi spunti di riflessione vengano strumentalizzati come forme di promozione di una scuola piuttosto che un’altra, desidero condividere con voi i frutti di questo confronto e dell’esperienza maturata sin qui come mamma di una bimba di terza elementare.
Cosa occorre valutare e cercare di sapere?
- Modello di insegnamento trasmissivo oppure cooperativo
Durante la visita della scuola è importante comprendere se coloro che sono deputati alla formazione dei nostri figli prediligono un metodo di insegnamento trasmissivo, ossia adottano un metodo che li vede protagonisti del discorso rendendo lo studente una stazione radio solo ricevente oppure cooperativo, ossia hanno un approccio fatto di costruzione del sapere costantemente intrecciato al pensiero dello studente in modo che siano sempre vivi lo scambio e l’interazione. Ad esempio, a prescindere dall’utilizzo di strumenti più o meno avanzati tecnologicamente, è possibile insegnare la storia trasmettendo una collezione di date, nomi ed eventi. Oppure in cooperazione con gli studenti: mostrando quali operazioni sono state compiute per studiare e insegnare loro come metterle in pratica ed elaborare collegamenti e percorsi alla ricerca di ciò che serve sapere.
- Continuità didattica
Anche se per ragioni burocratiche, la continuità didattica non può sempre essere garantita, provate a chiedere se tutte le sezioni che verranno formate, potranno avere gli stessi insegnanti per tutta la durata del ciclo. Diversamente cercate almeno di raccogliere informazioni sulle esperienze professionali dei docenti e valutate se privilegiare quelli più orientati all’innovazione metodologica.
- Stile educativo
Durante la presentazione delle caratteristiche della scuola, è possibile comprendere se l’istituto ha elaborato delle regole comuni che tutti gli insegnanti adottano nei diversi momenti di condivisione di tempo e spazio. Ad esempio durante il pranzo o la ricreazione, tutti gli insegnanti devono osservare e far rispettare a tutti gli allievi (non solo ai propri) le stesse regole volte ad una più armoniosa convivenza. Inoltre se sul sito dell’istituto scolastico cercate il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, potete leggere oltre ai progetti di formazione in senso stretto, le esperienze creative, artistiche, sportive e ludiche che la scuola offre a livello collettivo e informarvi sulla gestione di quest’ultime.
- Risorse per potenziare o recuperare
È utile sapere se la scuola è in grado di mettere a disposizione di tutti i propri studenti dei programmi capaci di potenziare lo sviluppo di abilità particolari o di colmare le lacune del bambino/ragazzo. Inoltre se essa elabora progetti di alfabetizzazione aggiuntivi o di sostegno e come sono strutturati perché questo diventa un elemento utile all’integrazione di ogni forma di diversità. Infatti all’interno del Programma Operativo Nazionale sono stanziate delle risorse finanziarie a cui i diversi istituti scolastici possono attingere per offrire opportunità più ampie agli studenti e alle loro famiglie, come il potenziamento della seconda lingua, delle conoscenze informatiche, giuridiche e l’apertura oltre gli orari tradizionali, utili sia per favorire l’inclusione sociale sia per impedire la dispersione scolastica.
- Edilizia scolastica
Gli open day sono un’ottima occasione per visitare la scuola, fatelo! Controllate il possesso dei requisiti dettati dalle norme antisismiche e di agibilità. Verificate l’assenza di barriere architettoniche e valutate anche come sono disposti gli spazi all’interno dell’edificio scolastico. Il refettorio e la palestra sono all’interno della sede presa in considerazione? Sono adeguatamente attrezzati allo svolgimento delle attività di mensa e di motoria? E ancora le aule sono veramente accessibili in modo agevole anche agli studenti portatori di disabilità? C’è un cortile e come viene usato?
- Legame con il territorio
Specie quando i nostri figli sono più piccoli è importantissima anche la vicinanza al luogo in cui abitiamo o alla casa dei nonni che ci aiutano nella gestione, oppure al luogo di lavoro perché meno tempo perdiamo negli spostamenti e più tempo potremo dedicare ai nostri bambini. Ecco dunque che occorre anche una valutazione del territorio perché con questo i bambini creano un legame dovuto alla residenza, alla scuola e alle attività extrascolastiche come feste, sport. Si sentiranno parte di un mondo, il loro, che sta diventando sempre più grande. Il senso di appartenenza ad un luogo è importante per permettergli di sviluppare radici profonde, di non avere paura e al tempo stesso di riconoscere più facilmente eventuali pericoli. In questa direzione vanno sempre più scuole che realizzano progetti ambientali come l’orto didattico con l’ausilio delle famiglie oppure istituti che puntano molto sullo sviluppo dell’autonomia del minore attraverso percorsi partecipati per raggiungere la scuola.
In conclusione cari genitori, come me, non dimenticate che alcuni passaggi come quello dalla materna alle elementari o da queste alle medie mettono molta ansia ai nostri figli, di conseguenza andare agli open day con loro può aiutarli a familiarizzare con la struttura e gli insegnanti e a smontare alcuni falsi miti che si autoalimentano tra i ragazzini.