Seggiolini salva bebè obbligatori

I seggiolini salva bebè dovevano essere usati da tutti i genitori a partire da luglio 2019. A causa di lungaggini burocratiche il decreto attuativo dell’art. 172 del nuovo Codice della Strada è stato approvato ieri e successivamente alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale scatterà l’obbligo dei dispositivi antiabbandono per tutti coloro che porteranno a bordo della propria auto bambini di età compresa tra 0 e 4 anni.

Il disegno di legge proposto da Giorgia Meloni per impedire l’abbandono accidentale dei bambini all’interno dei veicoli è divenuto legge il 26 settembre 2018. Un anno dopo si è concretizzato l’obbligo. Il Senato ha approvato, grazie a nessun voto contrario e a un solo astenuto, il testo licenziato dalla Camera dei Deputati senza apportare alcuna modifica.

La legge 117, di soli 4 articoli, va a modificare il Codice della Strada introducendo l’obbligo, a carico di chi conduce un veicolo di categoria M1, N1, N2 e N3 immatricolato in Italia o all’estero (e condotto da residenti nel nostro paese), di usare un dispositivo di allarme per prevenire l’abbandono, ogni volta che si trasporta un bambino di età inferiore a 4 anni.

Le caratteristiche tecniche e costruttive del sistema antiabbandono sono state definite dal decreto attuativo appena approvato. Sono invece, ancora allo studio le modalità per l’attuazione dell’agevolazione fiscale per l’acquisto.

Gli incentivi fiscali, per aiutare i genitori nell’acquisto dei seggiolini salva bebè, arriveranno nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato. Restiamo in attesa.

Le sanzioni per la mancata dotazione in auto dei seggiolini salva bebè vanno dalla multa da 81 a 326 euro fino alla sospensione della patente in caso di recidiva.

Ma questa norma serve veramente?

Chiarisco subito che ben venga qualunque norma in grado di salvare la vita di un essere umano, ma quello che mi sono chiesta è: “davvero abbiamo bisogno di questo genere di aiuti per evitare di fare del male ai nostri stessi figli?”

  • La depressione post-parto che, talvolta, dura più del previsto,
  • la perdita del sonno,
  • il peso della responsabilità genitoriale
  • o le enormi difficoltà a conciliare le esigenze del bambino con quelle lavorative o con un equilibrio di coppia ormai inesistente
  • e ancora l’assenza di aiuti adeguati a sostegno dell’ampliata famiglia

sono tutte situazioni che possono creare stress o sofferenza in entrambi i genitori. Di qui i blackout che fanno dimenticare i figli in auto.

Allora non sarebbe meglio intervenire prima che sia troppo tardi?

Magari investendo il denaro pubblico in strutture capillari sul territorio capaci di aiutare effettivamente le mamme e i papà?

Smettiamola di lasciare solo ai singoli la risoluzione dei problemi. Non dovrebbero essere gestiti da privati, in base alle risorse di tempo e di denaro di questi ultimi, i gruppi di sostegno all’allattamento o alla genitorialità più in generale.

Dovrebbero esistere spazi in cui psicologi preparati e competenti aiutino le mamme ad affrontare le difficoltà che derivano dal loro nuovo ruolo. Oppure spazi in cui educatori e puericultrici possano supportare entrambi i genitori in tutte le fasi più delicate, o pediatri con i quali si possano affrontare insieme le scelte relative all’alimentazione, alla vaccinazione e tutte quelle ritenute importanti per la crescita di un figlio.

Sarebbero utili nidi e micro nidi che siano realmente un porto sicuro per tutti i genitori che devono lavorare (e magari hanno orari fuori dalla norma) e sono privi di aiuti all’interno della cerchia familiare. Inoltre, perché non prevedere anche professionisti specializzati nel linguaggio, nell’apprendimento e nella psicomotricità.

In questo paese non c’è una emergenza relativa ai bambini abbandonati in automobile dai propri genitori (L’inkiesta ha contato 8 casi negli ultimi 20 anni), ma c’è, a mio avviso, la completa inesistenza di una politica di sostegno effettivo alla famiglia, in qualunque modo formatasi.

 

Luciana Spina

Luciana Spina

Luciana Spina, tante cose, ma qui soltanto blogger. Adoro osservare la realtà. Lo spirito critico e la concretezza sono, nel bene e nel male, le mie caratteristiche.

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