C’è un logo molto colorato che ha addobbato Torino da diverse settimane e che ha, senza dubbio, attirato l’attenzione di cittadini e turisti. Tre cerchi colorati che incorniciano la figura stilizzata di una Mole Antonelliana bianca e luminosa ricordandoci che Torino è stata eletta Città del Cinema per l’anno 2020.
Ancora una volta la nostra città è sotto i riflettori. Questa volta non solo per primati negativi quali la qualità dell’aria, ma per i suoi meriti artisitici in uno dei campi per cui l’Italia è tra i paesi più apprezzati: il Cinema.
Essere eletta Città del Cinema significa trovarsi al centro di un turbinio di eventi che avranno come protagonisti gli angoli più suggestivi della città per tutto l’anno. Proiezioni, masterclass, laboratori, rassegne cinematografiche, presentazioni e molto altro, terranno impegnati appassionati e non, con un ricco programma di intrattenimento e attività di contorno.
Ma perchè proprio Torino?
Abbiamo il Museo Nazionale del Cinema, è vero, ma noi della redazione volevamo scavare più a fondo, e così abbiamo chiesto aiuto ad un’amica. Irene Perino conosce la città come nessun’altro, e la ama al punto che su Torino ha scritto ben due libri: My Secret Turin (2017) e 360 idee per innamorarsi di Torino (2019), entrambi editi da L’Airone Editrice Roma. L’autrice del Blog Le Millemila cose da fare a Torino, ci ha aiutato a capire anche attraverso i suoi libri, come mai il capoluogo Piemontese è stato scelto per questa importante rassegna.
Torino e cinema: da sempre vanno di pari passo. Quali sono le origini della stretta relazione tra la nostra città e il genere cinematografico?
Quando oggi si pensa al cinema, qui in Italia, la città che viene subito in mente è senza dubbio Roma con la sua Cinecittà ma… Hey, diciamo le cose che stanno!
La nascita del cinema a Torino ha avuto inizio nel novembre del 1896 in via Po 33, dove fu organizzata una serata cinematografica in una saletta dell’ex Ospizio di Carità.
Ok, eravamo decisamente in ritardo rispetto alla prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière a Parigi, organizzata almeno un anno prima ma decisamente pionieri nel panorama italiano. Il cinema Made in Italy nasce proprio a Torino, e non a Roma. Cinecittà è nata infatti nel 1937, quando nella nostra città erano stati realizzati già centinaia di film e aperti decine di studi di produzione. Basti pensare che, nel 1914, fu realizzato Cabiria di Giovanni Pastrone, il primo colossal della storia del cinema mondiale!
Quali sono secondo te i luoghi più “cinematografici” di Torino?
Sfogliando le pagine del mio “360 idee per innamorarsi di Torino”, si trovano diversi spunti per un mini-tour a tema cinema.
Partiamo dall’idea 302, “Tradurre FERT” che ci porta in una delle più note case cinematografiche torinesi; proseguiamo poi con l’idea 359, “Dormire al (Museo del) Cinema”, dove invito i lettori ad accoccolarsi sulle chaise longue rosse dell’Aula del Tempio e fare binge eating di film, soprattutto in inverno, quando fuori fa freddo.
C’è poi un’idea a cui tengo molto, la 31, “Vedere un film in seconda visione” che porta i lettori nel mio quartiere di nascita, Barriera di Milano, in un cinema-teatro che mi sta molto a cuore: il Teatro Monterosa. Fidatevi, ai tempi di Netflix, il fascino di un film in seconda visione è davvero irresistibile.
E non è finita qui! La 218 consiglia un giretto in Borgata Vittoria, per “Ballare negli anni Cinquanta” nella Sala da ballo Lutrario, un locale estivo dalla pista da ballo a scacchi ed una sala cinematografica, inaugurata nel 1951 e chiusa negli anni Settanta.
Quali pellicole che rappresentano Torino o che sono state girate nella città, sono le tue preferite?
Per motivi affettivi – il Lingotto è il quartiere del mio primo lavoro, ci ho passato tantissimo tempo durante l’Università – vi cito “Un colpo all’italiana” (1969), dove compare immortalata la rampa elicoidale che porta alla pista sopraelevata in cima allo stabilimento del Lingotto.
Poi solo cuori per “Dopo Mezzanotte” (2004) che racconta la storia del custode del Museo del Cinema che si innamora di Amanda. Dello stesso anno (e stesso genere), “A/R Andata + Ritorno”, con Libero De Rienzo e Vanessa Incontrada. Io lui lo adoro, mi fa morire dal ridere! E poi, “Santa Maradona” (2001) dove compare un locale che mi manca tantissimo, il Barrumba (ma chi è troppo giovane, difficilmente lo ricorda!).
Numerosi, quindi, gli angoli della città che vivono della magica aura della Settima Arte.
Procuratevi immediatamente uno dei libri di Irene, mettetelo in borsa e approfittate di questa bellissima rassegna di eventi per conoscere un nuovo aspetto della nostra splendida Torino.