Tutti a tavola, un momento di condivisione

Tempo di vacanze, tempo libero per godersi la bella stagione, il mare, la montagna o le opportunità di svago in città. Tempo che favorisce i momenti di condivisione anche a tavola.

“Stasera invitiamo gli amici a cena e guardiamo insieme la partita”. “Dopo la giornata in spiaggia, anguria per i bambini e un aperitivo per i grandi, che ne dite?”

Sappiamo quanto sia piacevole condividere il momento dei pasti con gli amici o la famiglia, tutti insieme.  Più che la qualità del cibo è importante la qualità dei commensali perché il pasto è anzitutto un momento di socialità, di relazione. Mille impegni e orari stringenti impediscono un po’ a tutti di godere in tranquillità il momento dei pasti, che diventano spesso semplice necessità di nutrirsi. Le vacanze ci regalano anche questa piacevolezza e la possibilità di ritrovarci a tavola, guardarci negli occhi e raccontarci le nostre cose, gli affetti, i programmi, talvolta i problemi.

Anche con i bambini può essere una riscoperta: è il momento della condivisione in cui non ci sono telegiornali e l’argomento compiti è fuori stagione, si può far tardi a giocare insieme dopo cena e il tempo si dilata per far spazio ai desideri della famiglia.

E’ occasione privilegiata per la comunicazione, per la relazione e mi sembra importante richiamare l’attenzione su questi aspetti perché spesso anche le relazioni interpersonali sembrano sfuggirci.

Pranzare insieme è anche un tempo privilegiato per l’educazione alimentare dei bambini, per costruire un rapporto sano con il cibo nelle sue varietà di forma, profumo, consistenza e sapore. L’estate ci offre il cibo più colorato, la frutta più profumata, la possibilità di mangiare cibi crudi cogliendone il sapore originario nelle sue sfumature.

 

Con i piccoli facciamo scorta di parole nuove e impariamo aggettivi come maturo, acerbo, aspro, pungente, intenso, filoso, croccante, dolce ma anche dolciastro, amaro, rasposo come il cachi o le banane mangiate troppo presto. Facciamo notare che la buccia della pesca può essere liscia o pelosa, che ci sono fiori che si possono mangiare e che il pesce crudo sa proprio di mare. Tra l’altro, quanto sono buone le more raccolte sul momento, dopo essermi allungato sul cespuglio come una giraffa!

 

Impariamo che la bocca sa trasformare cibi difficili, per prepararli al nostro stomaco: sa mangiare le ciliegie o le olive scartando il nocciolo; sa pulire il pesce senza ingoiare quella puntina di lisca che si sente con la lingua (ma devo stare attento a fare bocconi piccoli e masticare lento per sentire se ci sono spine!), sa mordere l’anguria succosa e togliere i semi senza ingoiarli (ma se li tengo nascosti nella guancia posso giocare a chi li sputa più lontano, sul prato).

A tavola con gli altri esercitiamo anche le buone maniere su cui in famiglia a volte si sorvola, perché masticare a bocca chiusa è più educato, così come rivolgersi con “per favore” e “grazie”; usiamo correttamente le posate (anche il coltello, sì); impariamo a gestire il cibo nel piatto e gli oggetti sulla tavola con maggiore attenzione. Inoltre, possiamo resistere tutti seduti a tavola fino al termine del pranzo perché per giocare o fare altro ci sarà tempo dopo e anche i bambini possono partecipare ai discorsi della famiglia.

E alla fine, prima di scappare a giocare con i cugini e i nuovi amici della spiaggia, possiamo aiutare a sparecchiare o lavare i piatti, imparando che nello stare insieme e nella condivisione ci sono momenti piacevoli, ma anche doveri necessari.

Quanta ricchezza per i nostri piccoli a portata di mano!

Allora non mi resta che augurarvi: buon appetito!!

Daniela

Daniela

Daniela Filippini. Laureata in Logopedia con lode presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino, mi occupo prevalentemente di disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, in collaborazione con la Fondazione don Carlo Gnocchi Onlus e il poliambulatorio Oasimedica. Nel tempo libero le mie passioni sono il cinema, il teatro e gli sport di montagna.

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