L’ empatia è l’attitudine personale di comprendere le emozioni dell’altro. Martha Nussbaum, filosofa e pedagogista, ha definito l’empatia come: “La capacità di una ricostruzione immaginaria della storia dell’altro”.
L’empatia ci consente di entrare in sintonia con le altre persone e di co-costruire relazioni profonde.
I bambini a partire dal loro primo anno di vita sono capaci di sviluppare l’empatia. Devono essere però, gli adulti di riferimento a favorire questo apprendimento.
Una ricchezza di relazioni crea circolarità e rende il bambino più consapevole del mondo dell’altro.
Il bisogno di essere accolti, riconosciuti e amati è un bisogno fondamentale. L’attenzione empatica verso l’altro consente di spostare la propria “telecamera” da sé stessi verso il nostro prossimo. L’esperienza empatica è un momento auto-educante.
Per sviluppare un’empatia matura bisogna partire dal bisogno di accudimento.
Quando parliamo di bisogno di accudimento ci riferiamo al primo momento in cui i genitori si occupano del bambino. Quando il bambino inizierà ad interagire in un gruppo di pari dovrà, partendo prima da momenti di contagio emotivo, arrivare a una piena consapevolezza del mondo dell’altro. Per raggiungere l’empatia matura si può utilizzare lo strumento del gioco. Ci riferiamo non solo al gioco di gruppo, ma anche in modo più specifico al gioco con le bambole.
Ci sono numerosi studi che ci dicono quanto sia importante l’utilizzo delle bambole per raggiungere l’empatia matura. Giocando con le bambole sia i bambini che le bambine potranno interpretare “un ruolo”. Se i bambini sperimentano il prendersi cura come per esempio “cosa fare” se: la bambola ha la “bua”, il “raffreddore”, nel “cambio del pannolino” o nel “dare il biberon” conosceranno le emozioni e riconosceranno il bisogno.
Solo sperimentando le emozioni si comprende l’universo dell’altro e si sposta lo sguardo dal proprio sé al in modo di vedere il mondo dell’altro. Ogni scambio comunicativo con l’altro ha un duplice aspetto: uno di contenuto ed uno di relazione. Allenando i bambini allo sguardo sull’altro si favorisce la loro maturazione e il senso di identità personale. Il far interagire sé stessi con le bambole porta i piccoli a scoprire le emozioni base: felicità, gioia, paura e rabbia.
Il secondo passo è la scoperta e il rispetto dei bisogni dell’altro. Educare i bambini all’empatia favorisce lo sviluppo di una personalità assertiva e non aggressiva.
L’adulto può facilitare questo apprendimento attraverso la narrazione. Parlare con il bambino e farsi raccontare cosa ha fatto quando la bambola aveva al “bua” favorisce l’identificazione delle emozioni, dei bisogni e insegna anche ad individuare i problemi e a favorirne la risoluzione.
Ovviamente, il tutto in un approccio sempre rispettoso e cauto e vicino allo sviluppo cognitivo del bambino e della sua età.
Così abbiamo deciso di chiedere alla dott.ssa Valentina Ortu, esperta di temi quali il gioco e la disabilità, di aiutarci a coniugare empatia e apprendimento.
La relazione tra empatia e apprendimento è molto stretta. Siamo “animali sociali”, abbiamo bisogno di stare con gli altri, ma anche di capire come funzionano le relazioni. Le esperienze sociali ci aiutano a sviluppare l’empatia durante tutta la nostra vita, non si smette mai di imparare!
Per i bambini il gioco è fondamentale per sperimentarsi con gli altri e comprendere che siamo tutti simili, ma anche tutti diversi.
Nei primi tre anni di vita i bambini vivono una fase di egocentrismo, nella quale i bisogni individuali sono prioritari e non viene percepito il punto di vista degli altri. “Questo è mio!” è una delle frasi che sentiamo dire più spesso in questa fase.
Solamente verso i 4 anni imparano che anche gli altri bambini possono avere dei loro bisogni, anche diversi dai propri. Tuttavia non sono ancora pronti ad una vera e propria condivisione, ma stanno sviluppando le basi dell’empatia e della relazione.
Ci fai qualche esempio specifico di gioco che aiuta a sviluppare l’empatia?
Ci sono varie tipologie di giochi che aiutano a sviluppare le capacità empatiche. Le bambole, i pupazzi e i personaggi ai quali possiamo attribuire pensieri e desideri, permettono di prendersi cura dell’altro in tutto e per tutto.
Sono legati all’accudimento di cui parlavate, in commercio sono disponibili numerosi giocattoli di questo tipo, tra i quali ci sono le “Bambole Reborn” che assomigliano davvero tanto ai bambini veri.
L’accudimento può anche essere virtuale: quando vengono utilizzate applicazioni di gioco su devices come smartphone, tablet, pc e console. Il meccanismo è sempre lo stesso, ci si deve prendere cura dei bisogni affettivi e fisiologici di un personaggio. Esistono numerose applicazioni di gioco, come ad esempio l’animaletto Pou che di fatto è la versione più moderna del Tamagotchi.
Ci sono anche vari giochi da tavolo per imparare a conoscere le emozioni. Nel gioco Le sfumature delle emozioni ci sono moltissime carte illustrate per scoprire tutte le emozioni possibili.
Mentre, nel puzzle didattico di Small Foot si può imparare ad abbinare le emozioni ad alcune situazioni specifiche come ricevere regali, bucare la ruota della bici o litigare con il fratello o la sorella.
Concordo con voi sull’importanza del ruolo degli adulti in questo processo di apprendimento dell’empatia. Giocare insieme a loro è un’occasione preziosa per aiutarli a capire come funzionano le emozioni dentro di sé e negli altri!