Il gioco è un diritto di tutti i bambini

Quante domande ci siamo posti guardando giocare i nostri figli: chissà se si diverte? Perché fa così? Non si usa in quel modo e via di seguito… Per comprendere qualcosa in più sull’importanza del gioco, abbiamo chiesto aiuto alla dott.ssa Valentina Ortu, psicologa, che si occupa di sostegno alla genitorialità e di formazione su tematiche psico-educative per genitori, educatori e insegnanti.

 

“Guarda con attenzione le due immagini di copertina. Cosa hanno in comune?

Gli scenari e i bambini sono molto diversi ma in fondo entrambi stanno facendo la stessa cosa, stanno giocando! Lei gioca con le bolle di sapone nel parco, mentre lui è alle prese con i giocattoli nella sua cameretta. Sembrano molto attenti a quello che stanno facendo e probabilmente si stanno divertendo!

Ti sei mai chiesto perché il gioco è un’attività fondamentale per ogni bambino?

Giocare non è solo un’attività ludica molto piacevole, ma è anche un modo per esplorare se stessi e il mondo, ovvero le persone, la natura e gli oggetti. È grazie al gioco che il bambino sviluppa conoscenze e competenze in tre aree importantissime per la sua crescita.

  • Area Cognitiva

Si riferisce a tutto quello che riguarda il pensiero, il linguaggio e le abilità cognitive come, ad esempio, la memoria e l’attenzione. Queste competenze sono essenziali per conoscere, interpretare e rappresentare la realtà nella propria mente. Con il gioco si impara anche a differenziare la realtà e la fantasia.

  • Area emotiva

Quando il bambino gioca può esprimere sensazioni ed emozioni piacevoli come gioia, sorpresa e soddisfazione; può anche imparare a controllare e scaricare paura, ansia, tensione, aggressività e insicurezza. Giocando sperimenta emozioni molto diverse, alcune strettamente legate alla relazione con gli altri, come la vergogna.

  • Area sociale

Le abilità sociali sono quelle che gli permettono di relazionarsi con le altre persone e di costruire amicizie. Giocando in gruppo apprende le regole sociali, gestisce litigi e frustrazioni, condivide e sperimenta empatia, compassione e spirito di squadra.

giochi sotto l'ombrellone 01

Il gioco è un’esperienza di apprendimento. Un’occasione unica per apprendere nuove abilità e competenze!

Giocare può essere più complicato quando il bambino ha una disabilità sensoriale, motoria o psichica. Le difficoltà nascono dall’interazione tra la specifica disabilità e l’ambiente fisico (un gradino, uno spazio di movimento limitato, un luogo eccessivamente rumoroso o con troppa luce, ecc.) o sociale (esclusione dal gioco dagli altri bambini, marginalizzazione, atteggiamento iperprotettivo degli adulti, ecc.).

Non dobbiamo mai dimenticare che un bambino con disabilità VUOLE giocare, PUO’ giocare e DEVE giocare.

Le attività di gioco che può fare sono tante ed è fondamentale conoscerlo per permettergli di vivere un’esperienza di gioco positiva. Ogni bambino è unico ed è giocandoci insieme che possiamo conoscere le sue esigenze; ogni gioco può essere adattato secondo le specifiche difficoltà, ma anche secondo le sue preferenze.

Il cortometraggio “Cuerdas” racconta molto bene come due bambini possano giocare insieme, grazie a qualche corda e tanta fantasia, anche se a prima vista sembrava impossibile.

cuerdas copertina cortometraggio

I protagonisti del video sono Maria, una bambina molto fantasiosa, e Nicolás, un bambino affetto da paralisi cerebrale. È proprio la fantasia che permette a Maria di inventare dei giochi alternativi a quelli che fa di solito. Non ha bisogno di tanti oggetti, se non di una corda e della sua immaginazione. Cosa sarebbe accaduto se avesse voluto usare dei giocattoli?

Esistono giocattoli adatti a qualsiasi bambino, con o senza disabilità?

Possiamo trovare tanti diversi giocattoli in vendita, ma non ne esiste a priori uno che vada bene per qualsiasi bambino. Ogni bambino ha le sue esigenze che possono essere legate al tipo di giocattolo, al suo utilizzo o anche al materiale con il quale è costruito.

Un giocattolo di plastica, legno o carta può dare stimolazioni sensoriali molto differenti, mentre uno che emette suoni molto forti può essere fastidioso.

I giocattoli inclusivi, che possono essere usati da tutti i bambini con o senza disabilità, stanno iniziando a diffondersi.

Sono costruiti per valorizzare le diverse abilità di tutti i bambini, o meglio per poter essere usati dalla maggior parte di bambini possibili. Nelle immagini qui sotto possiamo vedere qualche esempio.

 

Ci sono le carte di Uno con elementi in braille che possono essere usati sia da bambini vedenti che non vedenti. Oppure i libri in simboli che possono essere letti anche da bambini con difficoltà comunicative. Infine, i giochi da tavolo che non necessitano dell’uso delle mani, ma funzionano soffiando e possono essere usati anche da chi ha difficoltà motorie.

 

Quando si parla di giocattoli inclusivi si parla anche di rappresentazione della diversità

Hai mai visto un pirata in sedia a rotelle o una fatina con l’impianto cocleare? Sono i giocattoli che rappresentano la diversità, nati dal progetto “Toy Like Me”.

Le ideatrici sono tre mamme inglesi: Melissa Mostyin (giornalista sorda con una figlia sulla sedia a rotelle), Rebecca Atkinson (giornalista non udente e ipovedente) e Karen Newell (consulente esperta di giocattoli con un figlio non vedente).

Ricordando la loro infanzia hanno pensato alla mancanza di giocattoli con i quali potessero identificarsi. Rebecca raccontava alle altre: «Quando ero piccola, non avevo mai visto una bambola come me, avevo due apparecchi acustici. Nel mondo reale c’erano persone come me. Nel mondo delle bambole era come se io non esistessi. Cosa diciamo ai bambini sordi e ai bambini disabili? Che non ne vale la pena? Che sono invisibili nella società?».

Il primo giocattolo che crearono fu Trilly, una bambola che indossava un apparecchio acustico. Aprirono su Facebook la pagina “Toy Like Me” e la foto di Trilly diventò virale in pochissimo tempo.

gioco 9 10 11

Altri genitori di bambini con disabilità iniziarono a pubblicare idee di giocattoli che rappresentassero i loro figli e la casa di giocattoli Makies si propose per realizzarli. Sono giocattoli personalizzati, disegnati su misura per ogni bambino tramite la stampa 3D. Ogni giocattolo è unico, esattamente come il bambino che rappresenta!

Ecco qualche foto dei giocattoli di Toys Like Me (un giocattolo come me).

Come posso capire se un giocattolo è adatto ad un bambino con disabilità?

È stata creata una vera e propria guida alla scelta del giocattolo, si chiama Toys & games Usability Evaluation Tool (TUET). Nata dal progetto europeo “LUDI – Play for Children with Disabilities”, sotto la spinta della prof.ssa Serenella Besio dell’Università di Bergamo e della prof.ssa Daniela Bulgarelli dell’Università di Torino.

Numerosi esperti di vari Paesi europei hanno messo in campo la loro esperienza per pubblicare libri e articoli sul tema gioco e disabilità.

Clicca qui per maggiori informazioni sul progetto LUDI oppure scarica gratuitamente la guida TUET .

Per concludere, il gioco è un diritto di TUTTI i bambini. Non esiste un’attività di gioco o un giocattolo che vada bene per chiunque, ma è solo tramite la conoscenza del bambino, delle sue difficoltà e delle sue preferenze che possiamo sostenere la sua esperienza di gioco.

Un gioco inclusivo è possibile solo se noi adulti ci impegniamo ad abbattere gli ostacoli che ogni bambino può incontrare, non solo nell’ambiente fisico, ma anche in quello sociale, promuovendo il valore della diversità e dell’unicità di ognuno.”

 

Dott.ssa Valentina Ortu

Per approfondire il tema del gioco e della disabilità potete iscrivervi al gruppo facebook Educational tips, nel quale la Dott.ssa Ortu cura la rubrica settimanale PlayDifferent: https://www.facebook.com/groups/educationaltipsita/
Redazione

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