Per i bambini che ora frequentano l’ultimo anno della materna si prepara il grande passo, l’iscrizione alla scuola primaria e l’approccio con la letto-scrittura.
Ciò che si richiede nei primi due anni della scuola primaria è qualcosa di davvero straordinario, se si pensa alla molteplicità di competenze cognitive che vengono messe in gioco e che – diventando automatico il processo di lettura – porteranno ad una vera trasformazione dei circuiti neuronali del cervello.
Proviamo a schematizzare quali sono i passaggi e le abilità che si sviluppano imparando a leggere e scrivere.
Il primo requisito è la capacità di riconoscere e distinguere i suoni della lingua italiana (i cosiddetti fonemi) isolandoli all’interno della parola intera: ad es. F-A-T- A.
Tali suoni dovranno man mano essere associati alle rispettive lettere dell’alfabeto (grafemi) che, per fortuna, nella lingua italiana quasi sempre hanno una corrispondenza biunivoca, cioè ad un fonema corrisponde un grafema.
Quindi, si tratta di identificare i suoni e le lettere corrispondenti, prima in forma isolata e poi congiunta nella sillaba, fino alla progressiva unione delle sillabe che compongono la parola: FA-TA=FATA
In parallelo, bisogna imparare come riprodurre le lettere dell’alfabeto, mettendo in gioco abilità di rappresentazione visiva ed esecuzione grafo-motoria.
Quasi sempre i bambini imparano a scrivere il proprio nome ancora prima di arrivare alla scuola primaria, ma in questa fase la scrittura è ancora assimilabile alla riproduzione di un disegno.
Le cose si complicano però, con alcuni fonemi (sc, ch, gh, gl, gn, sci, gli) che richiedono l’utilizzo di 2 o 3 lettere per poter essere rappresentati (digrammi e trigrammi). Per essi, le fasi di riconoscimento uditivo e visivo, oltre che nella riproduzione scritta, sono successive alla presentazione degli altri suoni e delle sillabe piane e in genere si attende il secondo quadrimestre del primo anno.
E’ utile inoltre, ricordare che ogni stile grafico (stampato maiuscolo, minuscolo e corsivo) è come se fosse una lingua diversa per la quale è necessaria una specifica memorizzazione visiva ed esecutiva.
Considerando tutti questi aspetti, appare chiaro quanto i primi due anni della scuola primaria siano impegnativi per i nostri bambini che, in poco tempo, devono imparare e memorizzare una enorme quantità di regole, rendendo via via sempre più rapidi i passaggi di transcodifica.
Quando la decifrazione avrà raggiunto un certo grado di automatismo e quindi, di velocità, potrà lasciare più risorse alla comprensione del testo scritto. Ma questo è un altro tema.
Come aiutare i bambini a prepararsi alla scuola primaria?
Certamente, un ruolo fondamentale è quello svolto dalla scuola materna, dove all’ultimo anno vengono proposte molte attività propedeutiche e finalizzate proprio all’acquisizione della letto-scrittura.
Ma attenzione al linguaggio!
Prima di approfondire il tema delle attività e dei giochi da fare in famiglia, vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che il requisito fondamentale per imparare a leggere e scrivere, è in realtà aver raggiunto una adeguata competenza linguistica.
Se il bambino pronuncia male alcuni suoni o parole, se il suo linguaggio vi sembra immaturo come quello di un bambino piccolo, è più che mai il momento di rivolgersi allo specialista, cioè il foniatra e il logopedista. Attendere oltre, comporterebbe l’insorgere di serie difficoltà scolastiche e il conseguente malessere del bambino.
Quali giochi potete fare in famiglia per prepararsi alla scuola primaria?
- Giochi di recupero lessicale su input fonologico e analisi fonologica:
- tutte le parole che cominciano con /F/ o altro fonema (es. è arrivato un bastimento carico di “fantasmi, funghi, ecc.”);
- catena di parole (MARE→REMO→MOTO→TOPO ecc.);
- dividiamo in pezzettini le parole (TA-VO-LO quanti salti sono?);
- trova la rima (indovina quale parola fa rima con CAPPELLO?);
- Giochi di recupero lessicale e categorizzazione:
- tutte gli animali che cominciano con /A/ o altro fonema (gioco del “cose, nomi, città”) per categorie note al bambino, come ad esempio animali, colori, frutta e verdura, giochi, nomi di persona;
- cruciverba, rebus e giochi enigmistici adatti all’età cioè basati su immagini;
- indovinelli per bambini;
- Potenziamento delle abilità espressive orali:
- chiedete al vostro bambino di raccontare la giornata a scuola, un film che gli è piaciuto, la festa con gli amichetti, un pomeriggio con i nonni, ecc.;
- quando parla, lasciate che termini il suo discorso senza incalzare con domande o correzioni, guardandolo negli occhi per trasmettere un atteggiamento di ascolto e attenzione a quanto sta cercando di comunicare;
- Giochi di manualità fine e coordinazione oculo-manuale:
- puzzle;
- costruzioni su modello (es. lego, meccano, chiodini);
- fare braccialetti, portachiavi ecc. intrecciando cordini colorati;
- ritagliare, colorare, incollare, piegare cartoncini e carta per costruire oggetti;
- disegnare cornicette su fogli a quadretti, copiando da modelli di difficoltà crescente;
- giochi enigmistici tipo unisci i puntini, annerisci gli spazi, percorsi, labirinti;
- chiudere autonomamente le scarpe con i lacci, le cerniere e i bottoni di maglie e giacche, e i ganci dello zaino;
- Stimolazione delle capacità attentive e della memoria uditiva e visiva:
- prendere l’abitudine di leggere insieme un libro prima di addormentarsi;
- canzoncine mimate (se sei felice…, ci son due coccodrilli…, io ho una zia, alla fiera dell’est, ecc., anche per la coordinazione motoria);
- filastrocche e conte popolari;
- memory;
- giochi di società (indovina chi?, giochi con le carte, dama, scacchi, battaglia navale, gioco dei mimi, gioco dell’oca, monopoli, ecc.);
- ricerca visiva delle differenze, oggetto nascosto, intruso, riconosci le forme, ecc…;
- Stimolazione delle abilità di calcolo e problem-solving:
- giochi di strategia (forza 4, tris, battaglia navale);
- giochi con i dadi;
- giochi con le carte (rubamazzo).
Diventare grandi
L’inizio della scuola rappresenta tuttavia anche una sorta di passaggio dall’età dell’infanzia ad una fase successiva, in cui il bambino impara a muoversi in contesti sociali più ampi, formali e strutturati della scuola materna. A scuola si richiedono autonomia personale, capacità di organizzare il proprio materiale, senso di responsabilità rispetto ai compiti affidati, puntualità, precisione, ordine, ecc. oltre a competenze sociali nel rapportarsi adeguatamente con gli adulti di riferimento e i compagni.
Anche queste abilità possono essere preparate nell’ambiente familiare, attraverso modalità di comportamento positive e utili all’adattamento alle nuove richieste scolastiche. Ecco alcune indicazioni pratiche:
- permettere al bambino di dedicarsi ad un gioco/film/ecc. fino al termine, senza passare freneticamente da un’attività all’altra o svolgendo più attività contemporaneamente
- stare a tavola per tutto il tempo del pasto della famiglia
- limitare l’uso di videogiochi ad alcuni momenti della giornata codificati e circoscritti nel tempo, evitando i momenti del pasto o prima di andare a dormire, in modo da favorire il rilassamento prima del riposo notturno
- richiedere il rispetto delle regole della famiglia, comunicando il comportamento desiderato e le conseguenze del mancato rispetto degli accordi
- assegnare piccoli compiti dei quali il bambino diventi responsabile (es. apparecchiare o sparecchiare, bagnare le piante, accudire animali di casa, ecc.)
- stimolare l’autonomia nelle attività quotidiane del mangiare, lavarsi, vestirsi, preparare lo zaino per la scuola, rimettere in ordine i giochi, ecc….
Con il giusto approccio, questi suggerimenti in realtà possono diventare occasione di scoperta reciproca genitori-figli. Essendo sempre di corsa tra mille attività quotidiane, troppo raramente si riesce a stare vicini solo per il gusto di giocare insieme e a dedicarsi del tempo esclusivo per farsi le coccole o raccontarsi una “cosa bella che ti è successa oggi”.
Non un dovere, ma un buon tempo per tutta la famiglia.