Per il secondo appuntamento con la rubrica Co_librì vi parliamo del saggio di Chiara Valerio: “La matematica è politica” ed. Einaudi.
Vi sarete sicuramente posti la domanda mentre eravate studenti: “Ma a cosa serve studiare matematica?”
E’ proprio partendo da questa domanda che Chiara Valerio docente, matematica e filosofa ha scritto l’attualissimo saggio: “La matematica è politica”.
Secondo Chiara Valerio:
“Studiare matematica comanda… E la matematica è politica”.
“La matematica è politica”: un assioma potente
Ma capiamo il perché di questo assioma. Secondo l’autrice fin da bimbetti ci hanno insegnato la matematica in modo errato. Da qui la domanda di molti studenti: “Cosa serve studiare la matematica?” Sì, perché la matematica, secondo Chiara Valerio, viene spesso insegnata in modo avulso e sospeso.
La matematica va invece, calata nella realtà quotidiana. Infatti, se ci fermiamo un momento a ragionare ci possiamo rendere conto di quanto siamo totalmente immersi nella matematica. In ogni momento siamo coinvolti in processi: mentali, logici e di astrazione che ci guidano nelle scelte quotidiane. Apprendere come si svolge un’equazione o un’espressione ci rende liberi ed indipendenti nel nostro modo di pensare ed agire.
Una verità tante verità?
Secondo la professoressa Valerio la matematica è democratica perché permette a ognuno di raggiungere la verità. Studiare la matematica ed in particolare le equazioni poi, consente di arrivare a sospendere il giudizio e a capire che due “verità” opposte possono co-esistere.
Per chiarire. La Valerio ci ricorda che le equazioni a seconda di quale sistema si usi (numeri reali o numeri complessi) possono essere possibili o impossibili nello stesso momento. Questo assunto ha cambiato il modo di pensare la matematica. Pensandoci bene secondo l’Autrice, tutto ciò capita anche nelle relazioni umane e nelle democrazie.
Chiara Valerio e il confine tra democrazia e dittatura
Le democrazie, quelle vere, si costruiscono sulla condivisione e sulla costruzione reciproca. Le regole orali o scritte che siano in una società democratica sono il frutto di compromessi, scelte e continue ridefinizioni. Le stesse logiche sono seguite dal pensiero matematico: scoperta, discussione e ridefinizione delle regole. Alla condivisione delle regole seguono la definizione dei diritti e dei doveri. Dove la regola è condivisa vale un principio democratico. Dove invece, domina il principio dell’autorità germoglia il seme malvagio della dittatura.
Il principio di cura e cautela
La democrazia è un processo lento, dove prevale il principio della cautela e della cura. Dove si radica l’autorità in senso unico e unidirezionale si subisce l’autorità che non consente l’autodeterminazione e lo sviluppo del sapere proprio e l’affermarsi della parità fra diritti e doveri. Affinché la democrazia sia piena è necessario un tempo lento. E’ necessario rallentare e riflettere.
Nelle democrazie ognuno è responsabile dell’altro e non si istiga al senso della colpa. Nella democrazia c’è il principio del we-win. Questo saggio è potente perché ci invita a riflettere su come essere responsabili, avere cura e rispettare l’altro sia fondamentale. Tutti possiamo a nostro modo fare politica. Con il nostro modo di fare determiniamo anche il fare dei politici dando un senso di circolarità allo stare in società. Il pensiero condiviso secondo l’Autrice è la base della democrazia.
Il futuro è dei bambini
Secondo Chiara Valerio un altro elemento fondamentale per creare e fare una buona società è proiettarsi al futuro. Secondo l’Autrice in questa crisi sanitaria ci si è completamente dimenticati dei bambini e dei giovani.
La scuola è il luogo dove si impara a condividere ed entrare in relazione con il gruppo di pari e con gli adulti. Il perdurare della chiusura della scuola creerà spaesamento e confusione nei bambini. I nostri piccoli non potranno stare nelle relazioni siano esse nel gruppo di pari che con gli adulti al di fuori del contesto familiare.
Consigliamo un libro potente che ci permette di ripensare a come stare in relazione nella nostra società. Tutti possiamo fare politica e determianare le scelte.