Francesca Alessio è una giovanissima valdostana, che da qualche anno vive a Torino. Proprio qui, ha realizzato uno dei suoi sogni nel cassetto. Per conoscerla meglio e per festeggiare con lei il suo 26esimo compleanno abbiamo deciso di intervistarla, così da permettere a tutte le ragazze come lei, di ispirarsi alla sua determinazione e al suo grande coraggio.
Francesca Alessio è la proprietaria (dal 12 Dicembre 2018) di un locale raffinatissimo nel pieno centro di Torino: il Kintsugi Tea and Cakes, in Via Monte di Pietà 17c. È stata definita da molti come un Sala da Thè, ma tale descrizione è riduttiva.
Kintsugi è un piccolo angolo di paradiso nella caotica quotidianità cittadina. Uno di quei posti in cui ti accorgi di quanto sia importante rallentare e godersi a pieno le prelibatezze del tutto inusuali (dolci e salate) che la vetrina propone, ma soprattutto bere un thè di alta qualità in buona compagnia.
La nostra chiacchierata è avvenuta davanti ad una fetta di Plumcake Matcha Pesto e Olive (me lo sogno la notte, ve lo giuro!), un bel bicchierone di Matcha con Latte di Soia e Cocco e a coronazione del tutto, un prelibatissimo Tartufino al Ribes Nero con Cioccolato Bianco al Matcha e Sesamo (vi ho già fatto venire l’acquolina in bocca vero??).
Come mai proprio una Sala da Thè e perchè a Torino?
A Torino mi ci sono trovata per una relazione. Non avevo nulla da perdere dove abitavo e non mi sono mai sentita giusta nel contesto della Valle d’Aosta perchè non mi dava particolari stimoli. Quando sono venuta a Torino ho seguito quello che era il sogno di qualcun’altro e mi sono ritrovata a lavorare nella ristorazione, ambito in cui non c’entravo assoluatemente nulla, tant’è che io ero una di quelle che diceva che la cameriera non l’avrebbe mai fatta nella vita. E così sono entrata, per caso, in questo mondo lavorando per un ristorante giapponese, e trovandomi a contatto con questa cultura.
Sempre per caso mi sono ritrovata a fare i dolci perchè in quel ristorante mancava un pasticcere e i proprietari mi hanno dato la possibilità di fare delle prove e di ordinare le materie prime che volevo.
Dopo un corso di pasticceria base, mi sono sentita più stimolata a rimanere nel settore, e ho iniziato a vivere più profondamente il contesto della città; Torino era un po’ più pronta a vivere cose diverse rispetto a quelle che potevano essere le solite. Inoltre ho sempre avuto l’idea di voler realizzare qualcosa di mio.
La mia idea iniziale era quella di dar vita ad una pasticceria fusion giapponese; il thè non l’avevo ancora preso in considerazione. Poi casualmente ho scoperto il corso per tea sommelier e quindi mi è venuta come l’illuminazione perchè in effetti il thè l’ho sempre amato. Da lì mi è venuta l’idea di creare un locale legato al thè, soprattutto al matcha perchè per me è stata una vera e propria scoperta.
Molti si chiedono quale sia il significato del nome del tuo locale – Kintsugi tea and cakes – puoi spiegarcelo e come mai hai scelto questo nome?
Kintsugi è l’arte di riparare con l’oro, è un’arte antica per la quale quando si rompe qualcosa si prendono i cocci e li si unisce utilizzando una speciale resina diluita con della polvere d’oro. Quest’usanza è nata perchè, almeno pare che un imperatore avesse rotto delle tazze, e dopo averle portate a riparare, gliele avessero restituite con delle giunture orribili, per cui i suoi servitori si dovettero scervellare per inventare un metodo di riparazione migliore. Da lì è nata l’arte del Kintsugi. Utilizzare l’oro valorizza le crepe e rende l’oggetto più bello. Nonostante sia un nome non troppo facile ho voluto da subito usarlo: un po’, infatti, rispecchia anche me. È un modo di vivere che vorrei mi entrasse in testa, perchè sono molto perfezionista e a volte dovrei ricordarmi che anche le cose imperfette possono essere bellissime.
Non si sente tutti i giorni parlare di ragazze che decidono di aprire un’attività da zero, completamente da sola, quali sono le difficoltà più grosse che hai incontrato nel percorso di apertura del locale?
È difficile rispondere, perchè ce ne sono state tante. Sicuramente non basta l’entusiasmo, bisogna essere più che testarde e determinate. Due anni fa ho aperto l’Srl per dar vita a questo posto, precisamente il 14 dicembre 2016. Questo è successo perchè dovevo prendere un altro locale, che poi non abbiamo più preso per controversie varie. Bisogna essere dei martelli pneumatici se si vuole arrivare da qualche parte.
L’altra cosa difficile è stata la credibilità: quando vai a parlare con i professionisti che dovrebbero aiutarti, e vedono che sei una ragazza giovane, c’è il rischio che se ne approfittino e potresti essere fregata. Io all’inizio ero convinta di riuscire a fare tutto da sola, ma quando ho capito che il mio impegno non bastava ho dovuto far intervenire mio padre, solo per avere una figura maschile di 50 anni vicino a me. Le persone che hanno fatto parte di questo progetto hanno visto quanto io fossi determinata, e quanto avessi studiato ogni minimo dettaglio. Quando mi ritrovavo ad esporre il mio progetto era più che evidente che fossi preparata, ma da lì ad ottenere qualcosa di concreto è stato difficile.
Quale consiglio dai a tutte le giovani donne che vorrebbero intraprendere questo stesso percorso e diventare imprenditrici?
Sicuramente se una persona ha un’idea che pensa sia valida, prima di partire deve assicurarsi che commercialmente funzioni. Tante belle idee purtroppo non funzionano e se vuoi stare in piedi devi guardare anche a quello che incassi. Devi poter fare una cosa che piaccia almeno al 90%, altrimenti diventa il tuo hobby. Se uno è convinto e ha delle basi, non deve mollare, deve continuare anche se si tratta di aspettare: bisogna essere dei martelli pneumatici, come dicevo prima.
Qualche tempo fa un amico agente immobiliare mi diceva che in alto dove si vuole arrivare, ci arrivano anche i cretini, purchè non mollino mai. Se vuoi una cosa devi metterci tutto e tanto, e soprattutto avere pazienza.
I tuoi prossimi sogni nel cassetto?
Sicuramente tra un anno a quest’ora sarà già il raggiungimento di un altro sogno che è quello di respirare un po’ di più perchè finirò forse di smaltire un po’ di spese che mi portano via tanto. Mi piacerebbe aprire un altro Kintsugi, però non in Italia. Mi piacerebbe aprirlo magari all’estero, non sono sicura di voler continuare ad invesitre qui. Questo locale sicuramente lo terrò per un bel po’ perchè ci ho investito tanto ed è il mio punto di partenza. Vorrei, però, poterne aprire altri. Mi piacerebbe continuare a fare questo mestiere, per poi un giorno permettermi di fare quello che non ho mai fatto quando facevo la cameriera; ad esempio farmi due viaggi decenti all’anno, vedere posti nuovi, potermi permettere le cose che alla fine vogliono tutti, una vita normale. Non ho mai avuto grandi possibilità di farlo, e questo è uno dei miei sogni.
Prima di congedarci, Francesca Alessio ci tiene a dirci ancora una cosa:
Non sarei mai arrivata fin qui senza il fondamentale aiuto della mia famiglia: i miei genitori mi hanno sostenuta tantissimo e gran parte dei ringraziamenti per la realizzazione di questo progetto va sicuramente a loro.
E infine la squadra che c’è dietro tutto questo e lo vive quotidianamente. Ci tengo a ringraziarli uno per uno: Martina, che si occupa del servizio insieme a me e Charls e Denis che oggi si occupano della pasticceria, ma che hanno cominciato da zero mettendoci tantissimo impegno.
Beh, che dire? Se non andate da Kintsugi Tea and Cakes a trovare Francesca Alessio e il suo staff, fate un grave, GRAVISSIMO errore!