Giornata del Fiocchetto Lilla: Denise e la lotta contro i disturbi alimentari

Il 15 Marzo è la Giornata contro i Disturbi Alimentari, anche detta Giornata del Fiocchetto Lilla.

Sebbene si tratti di un periodo molto delicato per tutti noi, questo non ci può impedire di concentrarci anche su altre dinamiche che continuano ad esistere. Con questo articolo, infatti, vogliamo celebrare la Giornata del Fiocchetto Lilla dedicandoci ad un tema che purtroppo, è ancora molto trascurato. Il tema merita un importante e accurato approfondimento, anche (e soprattutto) per incoraggiare chi lotta da sempre contro i disturbi alimentari.

Per “Lo Specchio di Venere” di questo mese abbiamo raccolto la testimonianza di Denise che ha deciso di raccontarci la sua lotta contro il “mostro” (come lei stessa lo definisce) del disturbo alimentare. La speranza è quella che i suoi consigli possano toccare le corde della sensibilità di ciascuno di noi, e non solo nella Giornata del Fiocchetto Lilla.

La Dott.ssa Rachele Ceschin, piscoterapeuta torinese, ci conferma che parlare di disturbi alimentari senza generalizzare o banalizzare non é facile. Forse uno dei motivi risiede nel fatto che cibo e corpo sono temi molto condizionati socialmente. Non ci resta che provarci tenendo sempre presente la sensibilità di chi legge e l’obiettivo del parlarne.

Ci spiega che raccontare la propria storia può suscitare invidia o immedesimazione in chi legge, ma é importante ricordarci che sotto alla grande etichetta diagnostica “Disturbi alimentari” ci sono delle vite, speciali, uniche e non confrontabili tra di loro.

L’etichetta serve (neanche sempre) ai professionisti per parlare tra di loro, ma diventa una gabbia se identifichiamo una persona con quell’etichetta. Dall’altro canto però, rischiamo di fare degli scivoloni se facciamo finta che quella fetta di sofferenza (che si manifesta attraverso il disturbo) non esista.
Allora il passo difficile é imparare che la persona e così la sua storia, é da “adottare” tutta intera, con le sue risorse e la sua sofferenza, che é personale e ingiudicabile da nessuno all’esterno.

In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, Denise ci racconta la sua storia.

Denise, oggi trentacinquenne, inizia la sua lotta contro il “cibo” all’età di 14 anni:
«Sono stata una bambina sottopeso fino ai 14 anni, ed essendo molto alta lo si notava di più. Sebbene questa condizione giocasse a mio vantaggio (perchè potevo mangiare tutto quello che volevo senza ingrassare mai), spesso mi veniva detto che se fossi ingrassata un po’ sarei diventata “più carina”.
A 14 anni incontrando il mio primo fidanzatino, ho iniziato a prendere la pillola anticoncezionale.
In un solo anno mi sono ritrovata con 8 chili in più e non mi sentivo più a mio agio con il mio corpo, non ero diventata “più carina” e non sapevo più come tornare indietro.
È così che ho iniziato a sperimentare le prime diete fai da te riuscendo anche a perdere un po’ di peso.
Quattro anni dopo, finita la relazione col mio fidanzato, ho dato il via ad una lunga altalena fatta di divertimento, nuove amicizie, nuovi amori e nuove delusioni. In quel periodo facevo uso di sostanze stupefacenti per divertimento, cosa che inevitabilmente ha avuto un’importante ripercussione sulla mia relazione col cibo.
La cosiddetta “fame chimica”, infatti, mi scatenava delle violente abbuffate.
Ho smesso di fare uso di droghe leggere quando una mia amica mi ha fatto notare che il mio modo di abbuffarmi era malsano e che a causa degli stupefacenti non ero più in grado di divertirmi perchè ero in un costante stato catatonico.
Inutile dire che in quegli anni il mio corpo si era dovuto adattare a mille altalene, in quanto ogni volta che prendevo troppo peso, per perderlo velocemente iniziavo delle diete molto restrittive.»

 

Gli anni passano e Denise continua ad abbuffarsi dal mattino alla sera, arrivando a pesare 72 kg, un peso che per lei diventa inammissibile. Si vede grassa, senza energia e impotente.

Questo la spinge ad iniziare una dieta drastica, eliminando i carboidrati e affidandosi a delle sedute di agopuntura. Perde, così, 16 kg in 8 mesi, inizia a sentirsi bellissima, ma non le basta:

«Pesavo 56 Kg, ma nella mia testa pensavo a quanto sarebbe stato bello pesarne 53…poi 50… quasi come se non bastasse mai. Durante quegli 8 mesi feci degli sgarri, cedendo a delle abbuffate alle quali ponevo rimedio inducendo il vomito.»

Il circolo vizioso non si ferma mai, e quattro anni fa, Denise ci ricasca:

«La dieta mi stressava e più mi sentivo frustrata, più mangiavo. Gli episodi di eliminazione del cibo aumentavano senza, però, diventare costanti perchè fortunatamente ho sempre odiato vomitare. In quel periodo avevo paura di tutto, temevo che qualcuno mi potesse scoprire e giudicare. Mi sentivo stupida e mi arrabbiavo con me stessa perchè non dimostravo abbastanza “forza di volontà”».

 

È a questo punto che Denise capisce quanto sia importante farsi aiutare, e trova la forza dentro se stessa di rivolgersi a degli esperti:

«Mi rivolsi al Centro Libenter di Torino e lì mi sentii subito a casa. Mi accolsero la nutrizionista e la psicoterapeuta che idearono un piano personalizzato per me, in connessione con il territorio e alcuni professionisti che mi avrebbero seguito.
Iniziai le sedute di psicoterapia. Ogni tanto avevo degli appuntamenti con la nutrizionista che mi permise di sperimentare l’educazione alla nutrizione e non una dieta; durante questa terapia lei era disponibile h 24 per qualsiasi esigenza o difficoltà.
Fu senz’altro molto utile per me perchè mi accorsi che in realtà potevo stare senza cibo per un po’. La terapeuta, inoltre, mi consigliò un percorso di Mindfullness, al quale devo molto e che è diventato uno strumento potentissimo nella mia quotidianità. In pochi mesi raggiunsi un po’ di benessere e mi sentii molto più leggera e allo stesso tempo forte per affrontare le mie difficoltà.»

 

Denise sa bene di cosa si parla quando si entra nel merito dei disturbi alimentari.

Per la Giornata del Fiocchetto Lilla ci regala dei preziosi consigli rivolti a chi, come lei, lo vive sulla propria pelle:

«Consiglio a chiunque soffra di qualunque dipendenza e di disturbi alimentari di rivolgersi ad un professionista perchè non siamo pronti ad uscirne da soli anche se spesso ce lo raccontiamo o qualcuno ci dice che gli psicologi non servono a niente.
Molte persone sono ancora convinte che sia una questione di forza di volontà e questo tema è ancora molto giudicato e sottovalutato. Nella nostra società prevale la bellezza, la magrezza, l’immagine, la “perfezione”, canoni molto esigenti che ti convincono di non essere mai abbastanza… mai abbastanza bella… mai abbastanza per meritare l’amore forse??
Questi due discorsi sono interconnessi, certo, ma la causa dei disturbi alimentari non risiede solo nei canoni. Spesso si impara ad utilizzare il cibo come valvola di sfogo per cose che ti lacerano dentro e non hai la minima idea di come affrontare. Oppure lo si vive come un nemico.
La maggior parte delle persone, purtroppo, si ritrova in questi meccanismi senza neanche rendersene conto, perciò occorre essere pienamente consapevoli senza giudicarsi mai.»

 

E, come ci confessa Denise al termine della sua intervista, se ne parla ancora troppo poco. Questo spinge la società a sottovalutare il problema e scoraggia le persone a chiedere aiuto. Ricordiamocene, soprattutto nella Giornata del Fiocchetto Lilla, che si può e si deve chiedere aiuto, e che la lotta contro i disturbi alimentari può essere vinta!

Lucia Giannini

Lucia Giannini

Lucia Giannini, da sempre con la passione per la scrittura e gli eventi culturali, un binomio che mi permette di dare libero sfogo alla mia necessità comunicativa.

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