Questo mese la rubrica Lo Specchio di Venere è dedicata a Liliam Altuntas, una donna straordinaria che ha ribaltato completamente la sua vita. Se vi state chiedendo come e perché leggete il libro che racconta la sua storia: I Girasoli di Liliam, nelle librerie da giovedì 23 maggio.
Il libro riporta la vera storia di Liliam Altuntas, forse più nota come Lilliam Buffet. Sì perché Liliam è la pasticcera brasiliana che ha conquistato moltissimi torinesi per le sue creazioni di cake design. Soprattutto è l’imprenditrice che ha saputo gettarsi alle spalle un’infanzia di abusi sessuali nelle favelas di Recife (Brasile) e un’adolescenza di violenza fisica e psicologica. È stata oggetto della tratta di essere umani che l’ha portata in Germania, dove ha conosciuto anche la cocaina e l’interpretazione soggettiva, quella del suo primo marito, dell’Islam.
Ha superato traumi terribili e ha realizzato il suo sogno di produrre pasticcini in Italia.
I Girasoli di Liliam è stato scritto dalla psicologa Teresa Giulia Canone che, insieme a Liliam Altuntas, ha scelto un sottotitolo piuttosto esplicito: “da bambina schiava sessuale in Brasile al grande sogno realizzato in Italia”.
Liliam è molto solare e accogliente e dopo i convenevoli, le chiedo ciò che mi inquieta di più.
Perché hai voluto raccontare tutta la tua storia nel libro I Girasoli di Liliam?
Per 3 motivi. Il primo: per tenere viva la memoria e dare voce agli amici che ho perso e non hanno mai avuto la possibilità di ricevere aiuto e di realizzare i propri sogni.
Il secondo motivo è legato al fatto che non ho più paura e non voglio nascondere ciò che ero in confronto a ciò che sono ora. Siamo umani. Abbiamo desideri di rivincita.
Parlare è come liberarsi. Mi hanno strappato via dalla miseria, dalla violenza ed avrei potuto essere tante cose cattive e invece no!
Sono quasi rimasta intrappolata nella Liliam cattiva con solo odio nel cuore che pensava solo a uccidersi e a distruggere gli altri, ma ho voluto conoscere la felicità e avere una mia famiglia, avere dei figli e dare loro l’amore e la protezione che io non ho avuto.
Il terzo motivo è aiutare le persone a capire che c’è sempre una via d’uscita, a non desistere dall’andare avanti e avere fede.
Mi racconta che è molto spirituale, crede in Dio e negli Orisas, delle divinità africane e mi spiega di aver capito la ragione per la quale le è accaduto tutto questo. Secondo lei è stata vittima di criminali e affaristi per dimostrare che si può uscire dalle difficoltà, anche quelle più nere.
Perché hai scelto di intitolare il libro I Girasoli di Liliam?
Perché i girasoli sono stati presenti e ritornati più volte nella mia vita, anche quando mi hanno letteralmente salvato.
Qual è il ricordo più drammatico della tua infanzia?
Il più drammatico di tutti, che ho raccontato nel libro, è quello di una notte in cui avevo 11 o 12 anni – non so bene perché quando sei in strada l’età la sanno solo i ricchi – pioveva così tanto a Recife, era brutto tempo e io ero per strada scalza tutta bagnata e affamata, cercavo un posto asciutto per dormire. Ho dormito in una cassetta del cane ed ho mangiato il suo cibo. Il giorno dopo, il padrone di questo cane mi ha cacciato dal suo giardino con la scopa mentre fuori pioveva ancora. Tremavo, il mio cuore si stringeva e non vedevo loro di tornare in casa mia.
In altre interviste ha dichiarato che è arrivata in Italia, tra l’altro, grazie ad una e-mail inviata all’indirizzo sbagliato. Qui di fatto, ha trovato lavoro e messo su famiglia, ma immagino che non sia stato tutto “rose e fiori”.
Certamente avrai incontrato delle difficoltà anche qui, quali?
Sì e quante… All’inizio con il permesso di soggiorno. Poi ho conosciuto una signora che si chiama Piera Gaia del Comune di Torino che mi ha aiutato a fare le pratiche per avere il permesso di soggiorno per me e le mie figlie nate in Germania.
Poi non sapevo dove lasciare le bambine, chi poteva guardarle, mentre io facevo i salti mortali per andare da un call center all’altro e avere i soldi per crescerle.
Dopo essermi sistemata un pochino ho iniziato a fare Liliam Buffet. Qui la difficoltà maggiore è stata aprire un negozio tutto mio perché aprire la Partita Iva è facile, ma se le banche non ti fanno credito come fai a lavorare? Una difficoltà burocratica dietro l’altra e superate queste, mi sono accorta che sapevo fare solo dolci brasiliani, i quali non sempre incontrano il gusto dei clienti italiani. Ad esempio, nel mio paese la torta alle carote è la torta allo zucchero perché è dolcissima.
Liliam ride. Penso che ciò che la contraddistingua di più sia la voglia di sognare e glielo dico, così aggiunge:
Come ti ho detto prima, io stavo per intrappolarmi in una cattiva strada. Avevo solo odio e i miei sogni erano chiusi in un posto freddo e buio senza speranza, ma un giorno ho detto voglio conoscere e capire chi è questa felicità. Piano piano ho iniziato a lottare contro di me, poi contro il mondo che mi vedeva cattiva. Mi rimaneva difficile credere che io volessi essere solo questo. Volevo cambiare ed eccomi qui.
Sei mai tornata in Brasile?
Si per incontrare di nuovo, dopo tanti anni, la mia mamma e per tornare nei posti dove sono stata più male. Ho voluto affrontare i fantasmi per lavorare dentro di me e caprie perché tutto ciò era accaduto proprio a me!
È una donna forte e si vede. Sorride, nonostante gli occhi velati di lacrime, come solo le donne consapevoli dei propri trascorsi e della propria forza sanno fare.
Hai anche dei bei ricordi della tua infanzia?
Sì. La famiglia dalla parte di mio padre non era 24 ore su 24 cattiva con me. Loro mi portavano a scuola, mi davano da mangiare e organizzavano feste di compleanno. Tutto ciò era bellissimo.
Ora come va la tua pasticceria e cosa desideri dal futuro?
Ho dovuto chiudere il negozio per motivi burocratici. Realizzo ancora torte per lo più per gli amici e a breve tornerò anche a riorganizzare corsi di pasticceria.
Quando i ragazzi saranno più grandi mi piacerebbe viaggiare e aprire una casa-scuola di pasticceria dove insegnare e aiutare, come primo inizio, a tornare alla vita. Questo era il mio sogno da bambina e vorrei riuscire a realizzarlo.
Ora vorrei far capire alle donne che possono essere libere e che non hanno bisogno di stare con un uomo che è un mostro solo perché le mantiene. So che è difficile. Credimi, la paura di non farcela è tanto grande! Vorrei essere un punto di riferimento e far capire a coloro che fanno le leggi che per avere un vero cambiamento, occorre insegnare di più a non usare la violenza. Deve essere chiaro che chi sbaglia paga. Se ad esempio, chi viene denunciato per violenza non trovasse più lavoro, magari sarebbe spaventato e questo potrebbe impedire di rifarlo.
In più, vorrei sempre avere la possibilità di aiutare gli altri. Non bisogna avere paura. Riiniziare è brutto e difficile, ma se ci credi vincerai!
Infatti, aiuta chi è meno fortunato preparando e consegnando cibo ai senzatetto di Torino. Liliam è dell’opinione che anche loro possono cambiare la loro situazione di vita, basta che lo vogliano per davvero.
Mi piace tornare al punto di partenza, ossia al libro I Girasoli di Liliam, e così le chiedo:
Quali sono i tuoi girasoli?
I miei cinque figli. Senza di loro sarei persa.
Mi risponde sicura e mi invita il 31 maggio alle ore 18 presso il Circolo dei Lettori di Torino, dove si terrà la prima presentazione ufficiale de I Girasoli di Liliam.