Insegnare è una missione, quella di Anna Cagna è stata molto di più

Talvolta si incontrano persone straordinarie senza sapere o percepire nulla della loro straordinarietà. Quando incontrai per la prima volta, Anna Cagna, avevo solo 12 anni, ma il suo modo di insegnare e la sua passione per il racconto della realtà mi conquistarono.

In seguito, incontrai ancora la Mia professoressa di lettere della scuola media, aggiornandola sempre sui miei progressi nello studio e lavorativi. Poi un giorno, quasi per caso, scoprii tutte le sue imprese.

Andiamo con ordine.

Alla fine degli anni ‘60 le donne che desiderano proseguire gli studi sono ancora osteggiate, anche all’interno della famiglia d’origine. Così Anna inizia a lavorare come impiegata. Dopo qualche mese comprende che quella non è la sua strada e contrariamente alla volontà del padre, si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Torino.

Durante quel periodo tra l’impiego e lo studio, Anna riesce a trovare il tempo di lottare per il riconoscimento del ruolo della donna all’interno della società.

 

L’occupazione delle case popolari di Falchera

Nel 1974 un collettivo di donne, di cui Anna fa parte, entra in contatto con il forte disagio delle donne del quartiere Falchera di Torino. Il quartiere di case popolari, di recente costruzione, è privo di qualsiasi servizio sociale e le donne sono le prime che soffrono le conseguenze di tale assenza: non ci sono scuole, né presidi medici.  Inoltre sono escluse da quasi tutti i luoghi di ritrovo e di discussione politica degli uomini (sono sgradite persino alle assemblee di quartiere).

Così Anna e le sue compagne aggregano tutte coloro che sentono forte l’esigenza di un asilo per i propri figli e insieme occupano, per giorni e giorni, alcuni locali delle case popolari. Le donne ottengono l’attenzione dei governatori locali dell’epoca. Poco dopo verrà creato il primo asilo della zona.

Questo è stato il primo passo verso l’aggregazione femminile. Ritrovarsi in quanto donne portatrici di interessi e problematiche specifiche diventa fondamentale. Molte di loro hanno studiato solo fino alla quinta elementare, hanno subito violenza da chi affermava di amarle e hanno abortito clandestinamente grazie a ferri da calza e prezzemolo. MA non vogliono più essere considerate delle serve o un mezzo di soddisfazione del piacere maschile.

 

Il primo consultorio – autogestito – di Torino

È lì che Anna Cagna inizia a insegnare, ma qualcosa che sui libri non si trova. Fa comprendere loro il rispetto per se stesse, l’importanza di conoscersi dentro e fuori in quanto hanno dei valori, dei sentimenti e dei diritti che devono essere riconosciuti e rispettati anche dal genere maschile.

Lo stesso collettivo di donne, nel 1975, giunge così alla creazione del primo consultorio per la salute della donna. Anna mi fa notare:

Era un gruppo di donne che autogestiva un luogo per riprendere in mano la propria sessualità.

Il consultorio diventa anche un punto di riferimento e aggregazione per le donne del quartiere.

Anna aiuta ad organizzare i turni dei medici che, gratuitamente, si prestano alle visite ginecologiche. Contribuisce a reperire i dispositivi medicali occorrenti. Milita nel movimento femminista che afferma la necessità di una disciplina sull’uso degli anticoncezionali e sull’aborto.

 

La legge 194

Nel frattempo, Anna consegue la laurea in Lettere e Filosofia e abbandona il suo lavoro da impiegata per insegnare a menti giovanissime: i ragazzi delle medie.

L’assegnazione della cattedra, però, non la distoglie dal suo impegno sociale in un movimento che è diventato nazionale. Ovunque in Italia si chiede, a gran voce, una legge sull’aborto. La legge 194 verrà emanata il 22 maggio del 1978.

La norma c’è, ma la sua applicazione non è piena. Lo stesso agguerrito gruppo di donne che ha ottenuto la 194 non si arrende e occupa l’ultimo piano dell’ospedale Sant’Anna di Torino. Quest’ultima è l’unica struttura sanitaria cittadina che, nel ’78, pratica l’interruzione di gravidanza. Di conseguenza la lista d’attesa diviene subito molto lunga. Così le occupanti mirano a far destinare un reparto al day hospital delle donne che devono fare l’intervento: raggiungono l’obiettivo.

 

Finalmente inizia a insegnare

Ad Anna Cagna piace insegnare e lo fa con profonda passione. Oltre l’orario scolastico si adopera, gratuitamente, per insegnare italiano ai primi immigrati, favorendo l’integrazione, ora tanto discussa.

Nelle sue lezioni di storia o geografia inserisce sempre dei riferimenti attuali, permettendo ai ragazzi di pensare in modo critico e di interrogarsi sulla realtà che stanno vivendo.

Tra il 1994 e il 1995 passa ad insegnare alla scuola superiore e le viene assegnata la cattedra di italiano in un istituto in cui gli studenti sono tutti maschi. Qui la sua lotta per il rispetto della figura femminile prosegue con una tenacia inimmaginabile. Il modello culturale è maschilista, privo di rispetto per le donne, ma riesce a ribaltare la situazione. Da tanto odiata dagli studenti e dai loro padri altrettanto maschilisti, diviene tanto amata. Mi confessa:

Alla fine, entrambe le classi in cui insegnavo andarono dal preside a chiedere che io rimanessi.

 

Terminata la carriera da insegnante, diventa Presidente di Laàdan (unione di tre associazioni : Archivio delle Donne in Piemonte, Casa delle Donne e Centro Studi e Documentazione del Pensiero Femminile). Inizia una nuova missione: la raccolta, la conservazione e la messa a disposizione per le nuove generazioni di documenti provenienti dagli ambienti femminili e femministi dal secondo dopoguerra ad oggi. In quest’ambito uno dei tanti lavori a cui ha partecipato con grande dedizione è la mostra dedicata a Maria Teresa Battaglino dello scorso ottobre.

È una donna straordinaria a cui si deve molto di ciò che possiamo essere e fare oggi.

 

So che non mollerai mai. Buon compleanno Prof!

Luciana Spina

Luciana Spina

Luciana Spina, tante cose, ma qui soltanto blogger. Adoro osservare la realtà. Lo spirito critico e la concretezza sono, nel bene e nel male, le mie caratteristiche.

Torna in alto