Ieri pomeriggio sono stata rapita da due occhi profondi e colmi d’amore: quelli di Mariarosa Grilli, la Signora dell’Alfa Teatro di Torino.
Abbiamo chiacchierato di arte, famiglia e di voglia di vivere ancora su e giù dal palcoscenico.
Mariarosa Grilli, pittrice della corrente surrealista, scenografa e costumista, ha sostenuto l’amore per le marionette del marito Augusto e ha condiviso con lui la gestione del teatro, che ha appena riaperto, dopo la chiusura imposta dallo stato di emergenza, con una stagione rinnovata.
In oltre 30 anni di attività, la famiglia Grilli ha messo in scena migliaia di rappresentazioni teatrali tra operette, prosa, spettacoli con marionette e burattini diretti sia ai bambini sia agli adulti.
Ha fondato la Compagnia Marionette Grilli e ha fatto rivivere le opere di Rossini, Verdi e Puccini.
Attraverso le marionette, migliaia di bambini e di famiglie hanno riso di gusto e la tradizione della figura di Gianduia ha riavuto l’importanza che merita.
Grazie alla condivisione del progetto teatrale con il figlio Marco, il teatro di figura è stato usato anche per far riflettere gli adulti sull’ineluttabile destino che li attende. Tra gli altri è stato utilizzato anche per dare nuova vita alla storia di Pinocchio.
Mariarosa Grilli è stata una colonna portante dell’Alfateatro. Di cosa si è occupata in particolare in tutti questi anni?
Ho gestito oltre 10.000 artisti, occupandomi di loro sotto tutti i punti di vista: da cosa gli servisse alla paga passando per i loro problemi personali. Dovevo saper ascoltare e vedere in ogni momento: dentro e fuori la scena. Dovevo richiamarli quando occorreva, incoraggiarli quando ne avevano bisogno. Quando andavamo in scena fuori dal nostro teatro, dovevo ricordare e organizzare tutto il necessario, preoccuparmi di dove e come sistemare gli attori, gli orchestrali e l’intero staff. Dovevo fare attenzione agli equilibri interni e alle dinamiche personali.
Ho confezionato oltre 4.000 abiti di scena che costituiscono la nostra collezione ancora oggi.
Ho curato l’accoglienza del pubblico qui nel nostro teatro, con attenzione, gioia e tanta passione. Ricordo di quella volta che ebbi l’idea di donare una rosa in stoffa ad ogni spettatore.
Ricorda di più gli attori o gli spettatori eccentrici?
Gli artisti sono esseri umani molto difficili che a volte scivolano in meschinità banali, ma di spettatori particolari ce ne sono stati diversi. Uno veniva ad ogni rappresentazione con il suo immancabile e vivace frack, mentre un altro voleva sempre un posto in prima fila per fotografare le gambe delle soubrette. Qui a un certo punto dovetti intervenire!
Tornando agli artisti abbiamo lanciato la carriera della soubrette Mariarosa Congia e scoperto tanti artisti, comici, nonché direttori d’orchestra che poi sono andati in Rai o al Regio.
Abbiamo aiutato anche tante persone che soffrivano di disturbi di origine psichiatrica o psicologica formandoli ad un’arte che gli permetteva di non identificarsi più con il loro disturbo. Ricordo in particolare una ragazza che soffriva di attacchi di panico, ma quando cantava aveva una voce sublime. Ha superato il suo problema, ha acquisito sicurezza grazie al canto e alla terapia e ora è felice con il suo compagno e il loro bimbo.
Mariarosa Grilli mi ha conquistato anche con le sue parole. Ho avuto l’impressione di ascoltare quelle belle storie di altri tempi e mi è sembrato di ricevere in dono un bene prezioso.
Qual è la cosa di cui va più orgogliosa di questi 30 anni di Alfateatro?
Siamo riusciti a dimostrare che si può gestire un teatro e una compagnia senza ricevere sovvenzionamenti pubblici. Non abbiamo mai ottenuto denaro pubblico per tenere in piedi il teatro e non abbiamo neanche mai ceduto a compromessi di natura politica. Così siamo sempre stati liberi di rappresentare ciò che preferivamo e di restare fedeli a noi stessi e alle opere originali.
Abbiamo attraversato momenti molto duri, ma pur di pagare attori, cantanti e musicisti, saltavamo le ferie o non cambiavamo l’automobile.
Io e mio marito non abbiamo mai avuto paura. Ci siamo sempre buttati in ogni impresa teatrale con la gioia di realizzare qualcosa di bello e importante per il pubblico.
Negli occhi di Mariarosa Grilli ho letto un po’ di rammarico. D’altronde come non provare amarezza visto che l’arte e la cultura non trovano spazio nell’agenda politica e nei bilanci degli enti locali.
Proprio i teatri sono stati i primi luoghi a chiudere e gli ultimi a riaprire durante la pandemia da Covid19 e i lavoratori dello spettacolo tra i più penalizzati.
Ora Mariarosa Grilli e la sua famiglia, allargata alle oltre 25.000 marionette di loro proprietà, confidano in una terza fase dell’Alfa Teatro.
Desiderano lasciarsi alle spalle le difficoltà e puntare su un cartellone che vede accanto ai tradizionali spettacoli per le famiglie e al teatro di figura, la rappresentazione di Novecento, di Alessandro Baricco con Eugenio Allegri sotto la regia di Gabriele Vacis. Lo spettacolo è in calendario ogni giovedì sera fino al 9 dicembre.
L’Alfa Teatro ospiterà anche una replica di “Per questo mi chiamo Giovanni” di Lucio Diana, Eleonora Frida Mino, Roberta Triggiani e Davide Viano.
Così non mi resta che augurarvi di perdervi negli occhi della Signora Mariarosa Grilli che vi accoglierà a teatro e… buona visione!