Chi l’ha detto che arte e scienza non sono compatibili? E chi l’ha detto che tra queste due discipline debba per forza esserci un abisso? A sfatare questi falsi miti, ci pensa Merritt Moore, giovane fisica quantistica e ballerina professionista. Un binomio davvero curioso il suo, che ha spinto la nostra redazione ad approfondire il legame tra due attività che sembrano non avere nulla in comune.
Merritt Moore nasce a Los Angeles il 24 Febbraio 1988 e fin da piccola sviluppa una forte passione non solo per la danza, ma anche per la matematica. Nel 2011, questo amore la porterà a laurearsi in fisica con lode, presso l’Università di Harvard e successivamente a conseguire un Dottorato in Fisica Atomica e Laser presso l’Università di Oxford.
Due qualifiche che molti sognano di raggiungere, ma che pochi riescono ad ottenere!
Una carriera universitaria che sarebbe già notevole di per sè. Lo è ancora di più perché durante tutto l’arco della sua formazione Merritt non ha mai smesso di danzare.
Scienza e danza
E lo ha fatto performando come ballerina professionista per molte compagnie internazionali, tra le quali la English National Ballet e la Norwegian National Ballet.
Nel pieno dei suoi studi ad Harvard, la danza l’ha portata lontano dai laboratori per un anno. Periodo durante il quale Merritt ha avuto la grande occasione di unirsi alla Zurich Ballet, la più grande compagnia di balletto svizzera.
Il fatto che stesse svolgendo due attività così complesse e impegnative, non ha mai portato la giovane artista/scienziata a pensare di arrendersi, nè di rinunciare all’una o all’altra disciplina.
La sua tenacia, la sua passione e il suo impegno profondo hanno permesso all’arte della danza e alla scienza di sposarsi e di avere un matrimonio felice nella vita di Merritt.
Merritt Moore e i robot
Tra le sue più recenti ricerche, spicca un lavoro che tenta di combinare la scienza e la danza attraverso l’uso di robot. Progetto che l’ha già portata ad esibirsi al Victoria and Albert Museum di Londra. A ballare con i robot, è la stessa Merritt Moore che inizialmente interagisce con timida curiosità verso queste creature metalliche.
A poco a poco però, la danza si intensifica e l’essere umano assume una posizione di predominio sul robot, godendo della possibilità di influenzarlo a proprio piacimento.
L’atteggiamento aggressivo dell’essere umano nei confronti della macchina vuole in realtà, dimostrare che la relazione tra gli esseri umani e i robot può essere complementare.
Al contrario la performance studiata da Merritt vuole suscitare antipatia nei confronti del comportamento umano rispetto ai robot.
Potremmo definirla una performance d’avanguardia, ma che senza dubbio ci permette di avvicinare due mondi che difficilmente sono in grado di dialogare tra loro. Merritt Moore è la prova vivente che con l’impegno e la passione, è possibile dar vita a progetti incredibilmente speciali.