Il 27 Gennaio 1922 moriva all’età di 58 anni Elizabeth Jane Cochran, meglio nota come Nellie Bly, madre del giornalismo investigativo.
Tredicesima di quindici figli, vive, insieme alla famiglia, una situazione di forte precarietà economica alla morte del padre. Lei ha solo 6 anni e dovrà ben presto abbandonare gli studi per trovarsi un lavoro.
È solo grazie al caso che si avvicina al mondo del giornalismo: risponde ad un articolo del Pittsburgh Dispatch intitolato “What girls are good for”. Il direttore ne rimane talmente colpito da offrirle un posto stabile presso il giornale. Lo stesso George Madden crea quello che sarà il suo pseudonimo: Nellie Bly.
Nellie Bly rinchiusa in un manicomio
La giovane giornalista si appassiona immediatamente al giornalismo investigativo, dapprima approfondendo le condizioni delle lavoratrici nelle fabbriche, e successivamente divenendo corrispondere estera dal Messico. Fu, però, l’inchiesta “Ten days in a Mad-House” a destare davvero scalpore.
Giunta al New York World, all’epoca diretto da Joseph Pulitzer, le venne proposto di descrivere le condizioni delle pazienti psichiatriche del New York City Mental Health Hospital. Nellie Bly, dunque, si finse pazza e si fece internare. Trascorse dieci lunghi giorni sotto copertura all’interno della struttura, assistendo ad ogni sorta di tortura fisica ed emotiva, quotidianamente esercitate sulle pazienti.
Quando venne dimessa, grazie all’intervento del giornale, la sua testimonianza portò alla luce le numerose problematiche relative agli ospedali psichiatrici. Di conseguenza aumentarono gli investimenti in tali strutture al fine di migliorare la qualità di vita delle degenti.
Nellie Bly compie il giro del mondo in 72 giorni
Sempre al fianco di Joseph Pulitzer, Nellie Bly fu protagonista di un’altra grande impresa. Nel 1888 il New York World pubblicò il diario “Around the World in Seventy-two Days”, risultato del giro del mondo che Nellie Bly riuscì a compiere in soli 72 giorni.
Sull’onda dell’entusiasmo per il romanzo di Jules Verne “Il giro del mondo in 80 giorni”, Pulitzer volle provare a realizzarlo per davvero, puntando tutto sulla giovane Nellie Bly.
Durante il suo viaggio, non solo riuscì a visitare numerosissimi paesi in meno di 80 giorni, ma intervistò dal vivo lo scrittore francese nella città di Amiens, in Francia.
L’impresa della giovane giornalista, rappresentò un’enorme sfida per l’epoca, e le permise di riscuotere un grande successo di pubblico. Nellie Bly realizzò l’impresa viaggiando completamente da sola – non accompagnata da uomini – divenendo così anche un modello di emancipazione femminile.
Nellie Bly è la prima donna corrispondente di guerra
Nonostante un considerevole periodo in cui si ritirò dalla vita giornalistica per dedicarsi alle imprese ereditate da suo marito, alla scoppio della Prima Guerra Mondiale collaborò con il New York Evening Journal come corrispondente dal fronte serbo e da quello russo. Così si guadagnò anche il primato per la prima donna corrispondente di guerra.
Dopo anni di mobilitazione con le suffragette e impegno giornalistico su tematiche legate a vedove, orfani e donne in difficoltà, nel 1922 Elizabeth si ammala di polmonite. Muore al St. Mark’s Hospital di New York il 27 gennaio.
Indubbiamente una figura dai numerosi primati, che attraverso il suo instancabile lavoro si è resa antesignana di una nuova generazione di donne emancipate e avventurose.