Oggi vi parlerò del saggio edito da Einaudi: “Ecologia della parola – Il piacere della conversazione” scritto dalla Professoressa Anna Lisa Tota. È un libro molto potente in cui la sociologa vuole analizzare quali effetti producono le comunicazioni tossiche quotidiane.
Le parole costituiscono un nutrimento fondamentale per la soggettività di un individuo, e pertanto è necessario prestare grande cura alle parole che pronunciamo.
La Professoressa Tota ci porta a riflettere come si sia arrivati a tanta violenza tossica nelle comunicazioni e ci invita a esplorare possibili soluzioni.
Il fenomeno delle comunicazioni tossiche è molto vasto. Nessuno ne è escluso. Con questo saggio si invita il lettore a mettersi in gioco ed a individuare i segni della disfunzione nel modo di conversare di ognuno.
Possiamo ricevere noi una comunicazione tossica, subirla e venire colpiti in modo più o meno dannoso. Oppure può capitare che quelle stesse comunicazioni tossiche che hanno generato in noi malessere e torpore, a nostra volta siamo noi a generarle.
La spirale della comunicazione violenta diventa così infinita. Tuttavia, questa spirale continua ad autogenerarsi perché siamo talmente immersi in questo sistema tossico che non riusciamo ad arrivare a un livello meta ed astrarci da esso per spezzare il sistema.
La docente ci invita a riflettere sul fatto che le “male parole non è vero che producono effetti minimi e non duraturi” sulle persone che le subiscono. Ella sottolinea che sono invece, un seme che genera le forme patologiche di comunicazione.
Le comunicazioni tossiche innescano la violenza, ma…
Per superare la tossicità la Sociologa ripercorrendo i ragionamenti teorizzati da Watzlawick nella: “Pragmatica della comunicazione” sottolinea che: “Noi siamo le parole che pensiamo, pronunciamo e ascoltiamo”.
Ci vuole far riflettere sul fatto che le parole ci raccontano. Con esse noi esprimiamo l’interiore che si manifesta.
Con le parole cresciamo e ci muoviamo verso l’altro. Ogni giorno attraverso le comunicazioni cresciamo e ci auto-formiamo. Per relazionarci in modo costruttivo dobbiamo imparare a ben parlare e a ben pensare. Analizza vari campi e settori dove le comunicazioni tossiche si generano producendo danni incalcolabili.
Con questo saggio così impegnato ci conduce a pensare un senso di agire politico. Se in ogni dove miglioriamo il nostro stare nelle comunicazioni miglioriamo i contesti nei quali ci muoviamo: famiglia, scuola e lavoro.
Se vorrete leggere il saggio potreste scoprire come “oscillare” con gli altri nelle comunicazioni per superare gli ostacoli che si frappongono nel rendere circolare e virtuosa la vita e l’etica di tutte le relazioni in cui siamo immersi. Non più io vinco e tu soccombi ma… Vinciamo insieme e costruiamo insieme!
Il saggio poi, continua il cammino facendoci ragionare sull’importanza della scrittura di sé e l’autobiografia perché solo lo ragionando sulle nostre parole e sul mondo in cui ci apriamo all’altro possiamo scoprirci. Nel farlo la sociologa si mette essa stessa in discussione portando parte della sua autobiografia per farci ragionare, sorprendere ed entrare in risonanza con lei.
Infine, come ultimo argomento, ma non meno importante l’autrice ci porta a riflettere sul silenzio. La sospensione del parlato è comunicare e il silenzio alle volte è salvifico.